Guerra fredda, cosa rischiamo davvero? Gli scenari che ridisegnano l'Europa (e spaventano Putin) secondo gli esperti Usa

James Stavridis, ammiraglio della Marina degli Stati Uniti in pensione ed ex Comandante supremo alleato della Nato in Europa, su Bloomberg ha analizzato le possibili strategie americane

Guerra fredda, è possibile riviverla? Gli scenari che ridisegnano l'Europa (e spaventano Putin) secondo gli esperti Usa
di Simone Pierini
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Lunedì 7 Marzo 2022, 19:09 - Ultimo aggiornamento: 8 Marzo, 10:50

Mentre si combatte sul campo in Ucraina, le riflessioni corrono al futuro prossimo che attende l'Europa e il mondo intero. Un nuovo disegno del pianeta dove la Russia potrebbe vedersi completamente isolata dall'Occidente. Una nuova guerra fredda che, secondo gli esperti americani, rappresenta un vero e proprio incubo proprio per chi la sta provocando, ovvero Vladimir Putin. Secondo James Stavridis, ammiraglio della Marina degli Stati Uniti in pensione ed ex Comandante supremo alleato della Nato in Europa, in un editoriale pubblicato su Bloomberg, sono tre gli scenari che si starebbero prefigurando. Il primo è l'imposizione di sanzioni paralizzanti, che col tempo strangoleranno l'economia russa. Il secondo è il supporto militare agli ucraini e la promessa di aiutare ad addestrare, organizzare ed equipaggiare sia le forze convenzionali che, se necessario, una potente resistenza. La terza - sul quale Stavridis si è soffermato e che prevede gittata più lunga nel tempo - è dare a Putin esattamente ciò che non vuole: un'Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico più unita con molta più potenza militare vicino ai confini della Russia. 

Una nuova guerra fredda? Lo scenario 

Ripristinare di fatto i numeri della protezione dei confini dei paesi della Nato più vicini alla Russia, che dai tempi della guerra fredda, in quanto a impegno americano, è passato da 400.000 a 100.000 soldati. Come sarà l'impronta militare americana in Europa con l'evolversi di questa crisi? Si chiede Stavridis. «Durante il mio mandato stavamo ritirando le truppe dall'Europa, sia per supportare le operazioni di combattimento in Afghanistan e Iraq, sia perché credevamo che l'Europa fosse "intera e libera". Ho avuto difficoltà a cercare di persuadere i miei colleghi e capi a Washington che la Russia rappresentava ancora una minaccia significativa per gli interessi degli Stati Uniti, e in particolare per gli alleati della Nato e partner stretti come Georgia e Ucraina», scrive su Bloomberg. 

La Polonia al centro del nuovo disegno 

«La nostra impronta ha continuato a ridursi nonostante gli appelli dei partner Nato come Estonia, Lettonia e Lituania, che mi mettevano costantemente in guardia sulla minaccia della Russia di Putin - sottolinea Stavridis -Oggi, ovviamente, siamo in un mondo diverso. È chiaramente giunto il momento di spostare più potenza di combattimento ai confini orientali dell'alleanza, fuori dalle comode guarnigioni in Belgio, Germania sud-occidentale e Italia settentrionale».

Secondo l'ex Comandante supremo alleato della Nato in Europa «ciò scoraggerà militarmente ogni ulteriore avventurismo russo, in particolare lungo i confini della Nato. Incoraggiare alleati e partner a Est, in particolare i paesi baltici e la Polonia rappresenta un forte segnale diplomatico e politico a Putin che il suo attacco all'Ucraina non farà altro che dare energia all'alleanza per ulteriori operazioni». Dove concentrare le nuove manovre di contenimento dei confini? In Polonia. «Il posto migliore per spostare ulteriore potenza di combattimento statunitense», spiega Stavridis. I polacchi hanno chiesto forze americane di stanza permanente che risalgono a diversi anni fa e «sono disposti a fornire finanziamenti per basi e infrastrutture per sostenere le nostre truppe e le loro famiglie. Tatticamente, la posizione centrale della Polonia, le sue dimensioni e capacità militari, e la sua storia lunga e travagliata con la Russia, ne fanno la scelta ovvia per una presenza permanente che includa un tenente generale a tre stelle al comando di un quartier generale di corpo e che riferisca direttamente al comando europeo». 

Gli altri Stati chiave

Ulteriori posizioni per le forze di terra, secondo Stavridis sarebbero Estonia, Lettonia e la Lituania ai margini del Mar Baltico. Estonia e Lettonia confinano direttamente con la Russia, mentre la Lituania è adiacente all'enclave russa di Kaliningrad. Infine la Romania, nazione geograficamente grande, e convinta sostenitrice della Nato, che ospitano già un avamposto di difesa missilistica e possiedono un bel porto a Costanza sul Mar Nero. Infine, guardando più a nord, Finlandia e Svezia. Entrambe sono stretti partner della Nato. Sia a Helsinki che a Stoccolma sono in corso serie discussioni sull'adesione all'alleanza che le accoglierebbe con favore. 

«Tutte queste idee dovrebbero essere esplorate con i partner americani della Nato», conclude Stavridis. «Gli inglesi e i francesi hanno indicato che stanno già pensando in questo modo. Putin ha bisogno di sapere che oltre a reprimere le sanzioni economiche e una feroce resistenza militare da parte degli ucraini che cerca di soggiogare, dovrà affrontare una potenza di combattimento statunitense notevolmente rafforzata al suo confine, insieme a forze più forti dell'Europa occidentale. È esattamente quello che non vuole».

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