Groenlandia, l'isolamento per il coronavirus fa aumentare gli abusi su minori: vietata la vendita di alcool

Groenlandia, l'isolamento per il coronavirus fa aumentare gli abusi su minori: vietata la vendita di alcool
di Francesco Padoa
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Giovedì 2 Aprile 2020, 10:38 - Ultimo aggiornamento: 13:21

Non è proprio il luogo più tranquillo della terra, come invece si potrebbe supporre. Orma meno che mai. Innanzitutto è uno dei territori in cui il cambiamento climatico si fa giorno dopo giorno più evidente, con lo scioglimento dei ghiacci che incute grossa preoccupazione. Stiamo parlando della Groenlandia, terra fredda (sempre meno) e lontana, ma comunque al centro degli interessi mondiali. E se scongiurare lo scioglimento dei ghiacci non sarà assolutamente facile, per il momento la Danimarca (a cui la Groenlandia appartiene territorialmente) è riuscita a respingere l'assalto di Donald Trump che insistentemente pretendeva che la grande isola oltre il circolo polare, in mezzo a oceano Atlantico e oceano Artico, fosse venduta agli Stati Uniti. Proposta che aveva portato a una crisi diplomatica, tanto che il presidente Usa, era agosto 2019, annullò la sua visita programmata a Copenaghen.

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Ma ormai, archiviata la lite, forse dimenticata dalla premier danese Mette Frederiksen, che rispose a Trump dicendo che
«la Groenlandia non è in vendita, la Groenlandia non è danese, la Groenlandia appartiene alla Groenlandia», ora un nuovo caso sociale scuote l'isola e il premier della Groenlandia (che ha un parlamento autonomo) ha dovuto affrontarlo in modo drastico. Le autorità hanno infatti vietato la vendita di alcool fino al 15 aprile per evitare abusi sui minori nelle famiglie, durante l'emergenza coronavirus. La Groenlandia, che conta 55mila abitanti, è stata messa in quarantena dal 14 marzo, vietando gli accessi dall’esterno. Due giorni dopo sono stati confermati i primi due contagi nella capitale, Nuuk, che ora sono arrivati a dieci. Per contrastare la diffusione della malattia sono stati chiuse scuole, bar, ristoranti e altri luoghi di svago. «Vietare la vendita di alcol è una decisione presa pensando ai bambini, che devono avere una casa sicura, proteggerli è il nostro compito», ha dichiarato il primo ministro Kim Kielsen.

In Groenlandia la violenza domestica è una grave piaga: da quando sono state chiuse le scuole, si è già registrato un incremento degli abusi, secondo quanto riferito dal Ministro della Salute Martha Abelsen. Da sempre, sull'isola, vi sono diffusi problemi di alcolismo con conseguenti abusi, anche sui minori. Si stima che almeno un adulto su tre sia stato abusato sessualmente durante l'infanzia, e, spesso, il consumo di alcol e di stupefacenti aggrava la situazione. La misura restrittiva servirà anche a rendere le persone più consapevoli del pericolo
«rispetto a quando sono ubriache», sostiene il governo.
 



Quello dell'alcool all'origine delle violenze è un problema comunque senza latitudine. Passando dall'estremo nord all'estremo sud del globo terrestre, anche in Sud Africa è stata limitata la vendita di alcolici. Facebook ha fatto un accordo con il governo e varato una chat su Whatsapp: una delle prime applicazioni è stata spiegare perché è stato deciso di limitare la distribuzione e la vendita di tali bevande in questo momento. Nella chat si sottolinea per esempio che bere alcol non proteggerà dal coronavirus ed anzi renderà il sistema immunitario più debole e le decisioni meno lucide. Per combattere lo stress, è la conclusione, ci sono metodi più efficaci. E va sottolineato come l’Organizzazione mondiale della Sanità non abbiamai evidenziato effetti benefici degli alcolici per fermare coronavirus, ma la credenza che invece possano averne nelle settimane scorse aveva causato alcune decine di morti in Iran.

Perché c'è, infatti, chi sostiene che l'alcol aiuta a combattere il virus. Il virologo tedesco Jürgen Rissland, rispondendo in una trasmissione televisiva della SWR a una domanda del pubblico, ha affermato nei giorni scorsi che i virus non amano l'alcol e che bere superalcolici, in questo senso, certo non fa male.
«Più ad alta gradazione sono, meglio è». Il noto immunologo svizzero Beda Stadler si è però affrettato a precisare che, malgrado non si possa negare un effetto, non esistono ancora studi scientificamente validi sulla connessione tra alcol e virus. E si dice ben lontano dal voler consigliare il consumo di alcolici. «Diciamo che ora tutti quelli che si bevono volentieri un bicchierino di whisky hanno una scusa meravigliosa». Occorre però sempre rimanere ragionevoli, mette in guardia Stadler. Ma non tutti, in tempi di isolamento, riescono a farlo come testimonia Philipp Hadorn, presidente della Croce Blu svizzera, organizzazione impegnata sul fronte dell'alcol e di altre dipendenze.
Il tema è sicuramente da mettere in correlazione con la violenza domestica, come accaduto in Groenlandia. Una decisione così rigida sarebbe possibile e necessaria anche in Svizzera? Per Hadorn si tratta di una misura drastica e a suo avviso sarebbe meglio aumentare la consapevolezza della persone. Ma una proibizione non si può totalmente escludere.
«Nelle ultime settimane il Consiglio federale ha adottato diverse misure che un paio di mesi fa ritenevamo impossibili».

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