Grecia, stravince la destra: finisce l'era Tsipras, a Nea Dimokratia la maggioranza assoluta

Exit poll in Grecia, la destra di Mitsotakis verso la maggioranza dei seggi
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Domenica 7 Luglio 2019, 19:07 - Ultimo aggiornamento: 8 Luglio, 10:46

Kyriakos Mitsotakis alla guida della Grecia. Il 51enne leader del partito di centrodestra Nea Dimokratia ha condotto il suo partito ad una netta vittoria che mette fine all'era della sinistra al governo di Alexis Tsipras ed apre le porte ad un periodo di riforme che parlano di meno tasse, più apertura agli investimenti privati e meno burocrazia. Una vittoria che permette al nuovo leader greco di governare con una maggioranza monocolore nel Parlamento, garanzia di un'azione di governo senza i brividi che hanno caratterizzato molti degli ultimi esecutivi ellenici, basati su maggioranze turbolente. Già le prime proiezioni della Singular Logic hanno assegnato a Nea Dimokratia il 39,8% dei voti e 158 seggi. Syriza prende il 31,6% (86 seggi). I socialisti di Kinal 8,3% (23); il Kke 5,3% (14); i nazionalisti di Elliniki Lysi 3,7% (10); Diem25 il 3,4% (9). I neonazisti di Alba Dorata non entrerebbero invece in parlamento.

E se Mitsotakis festeggia - per lui è arrivata una telefonata di congratulazioni del presidente turco Recep Tayyip Erdogan - Tsipras, dal canto suo, ottiene un risultato migliore di quello delle elezioni europee e amministrative e sicuramente sopra ai tanti sondaggi di queste settimane, anche considerando che nel 2015 Syriza prese il 35,5%: blinda così la sua leadership e può immaginare una stagione di energica opposizione in aula. Bene anche il Diem25 (che in Grecia si chiama Mera25) dell'ex ministro Yanis Varoufakis, che dopo il flop alle europee entra nel parlamento nazionale. La Grecia ha dunque ridato fiducia al centrodestra di Nea Dimokratia, lo stesso partito che era al governo quando esplose la catastrofica crisi finanziaria, diventata poi crisi sociale. Ma oggi si presenta come una forza nuova e diversa: Mitsotakis ha condotto una campagna elettorale giocata con sicurezza, visitando ogni angolo del Paese e promettendo il cambiamento che molti si aspettano da lui, in particolare sul fronte fiscale. Con la sua aria da riformatore moderato, Mitsotakis, classe 1968, economista con studi in università Usa, sembra aver conquistato la fiducia delle classi medio-alte, da sempre ostili a Tsipras.

Kyriakos è l'erede della famiglia politica conservatrice (ma fortemente europeista), i Mitsotakis-Bakoyannis. Suo padre, Kontantinos Mitsotakis, è stato premier greco dal 1990 al 1993, un esecutivo in cui sua sua sorella Dora Bakoyannis (nata Theodora Mitsotakis) fu ministro della Cultura, per poi diventare sindaco di Atene e ministro degli Esteri. A rafforzare la sensazione del grande ritorno di questo clan politico ai vertici di Atene anche la recente elezione a sindaco di Atene di Kostas Bakoyannis, figlio di Dora e nipote di Kyriakos. Alexis Tsipras ha alla fine scontato il malcontento accumulato in questi lunghi anni in cui ha gestito la crisi - una crisi finita, nei numeri dell'economia, ma la cui fine non viene ancora avvertita da molti greci. Ma anche altri fattori hanno pesato: come l'accordo sul nome della Macedonia con Skopje, odiato dai nazionalisti. O come la gestione giudicata poco chiara e inadeguata dei micidiali incendi della scorsa estate, costati la vita ad oltre cento persone nei pressi di Rafina. Per i suoi sostenitori, il premier è riuscito ad unire la sinistra ha difeso i diritti in tempi difficilissimi, limitando la catastrofe sociale; per i suoi detrattori non ha mantenuto troppe promesse, e in alcune occasioni non sarebbe stato sincero. Per lui, da domani, inizia una stagione all'opposizione, contro una maggioranza che appare difficile da scalfire.
 

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