Gran Bretagna verso il voto: 17 candidati già esclusi per scandali sessuali, razzismo, omofobia, misoginia

Kate Griffiths con il marito Andrew di cui ha preso il posto come candidata Tory dopo lo scandalo sessuale che ha travolto il consorte
di Francesco Padoa
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Domenica 24 Novembre 2019, 16:49 - Ultimo aggiornamento: 25 Novembre, 11:04

Sono passate solo poche settimane dall'annuncio delle nuove elezioni in Gran Bretagna, previste per il prossimo 12 dicembre, ma un notevole numero di candidati ha già disonorato se stesso e il proprio partito. Molti gli scandali scoppiati, molti tra i 17 politici sotto accusa e travolti dalle polemiche sono stati costretti a rinunciare alla candidatura o sono stati esclusi dalla corsa elettorale dal partito stesso.

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Alcuni, sette per il momento, sono determinati a combattere e resistere alle accuse. Accuse sessuali, di razzismo, antisemitismo, misoginia: ma vediamo chi sono e per quali scandali sono finiti nell'occhio del ciclone questi 17 (ex) candidati.

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Nick Conrad (ritirato)
L'ex presentatore della BBC Radio Norfolk, commentando un caso di stupro, disse che
“le donne dovrebbero tenere le mutande per evitare violenze". Conrad ha abbandonato la sua candidatura dopo essere stato ripudiato dal premier e definito "inadatto alla carica" ​​dai laburisti.

Lee Anderson​ (in corsa)
Il candidato dei Tory (ad Ashfield, nel Nottinghamshire) ha dichiarato che vuole che gli inquilini delle case popolari comunali vivano in tende e raccolgano cibo per 12 ore al giorno, dalle 6 alle 18. Anderson ha pubblicato un video su Facebook in cui si afferma che "inquilini fastidiosi" rendono la vita delle persone una "miseria" nella zona. Era stato precedentemente cacciato dal partito laburista.

Anthony Browne (in corsa)
L'ex consigliere di Boris Johnson, candidato del South Cambridgeshire, sta affrontando le richieste di rinuncia alla candidatura dopo che il Labuor party lo ha accusato di aver mostrato "disgustoso razzismo" in un articolo scritto quasi 17 anni fa: incolpò gli immigrati di aver portato germi e HIV nel Regno Unito e ha accusato anche i musulmani sulle loyalties.

Alun Cairns (in corsa)
Ha lasciato il ruolo di segretario gallese dei Tory perché accusato di essere a conoscenza del tentativo di sabotaggio in un processo per stupro. La Bbc gallese ha affermato di aver ricevuto un'e-mail inviata a Cairns che dimostrava che era stato informato delle accuse già nell'agosto dell'anno scorso. Geraint Evans, suo consigliere speciale, gli scriveva: "Sono fiduciosi che il tribunale non prenderà provvedimenti". La reputazione di Cairns è stata gravemente danneggiata dalla rivelazione, ma lui resta ancora in corsa per i conservatori nella valle di Glamorgan, anche se  Lee Canning, vicepresidente dei Tories in Galles, si è opposto e sostiene che i recenti scandali potrebbero "annientare completamente" le prospettive elettorali.

Andrew Griffiths (rinunciatario a favore della moglie)
Polemiche per la decisione del Partito conservatore di sostituire un candidato escluso dalla competizione a causa di uno scandalo sessuale nient'altro che con la sua consorte. Il caso riguarda Griffiths, deputato in carica e già capo dello staff dell'ex premier May, costretto a rinunciare alla ricandidatura poiché sfiduciato dai suoi stessi elettori nel collegio storicamente Tory di Burton. Su di lui pesa la denuncia di due donne che hanno svelato di essere state perseguitate con 2.000 messaggi telefonici sessualmente espliciti. Il passo indietro ha tolto dall'imbarazzo il partito di governo, ma la scelta della moglie Kate per la successione è parsa «sconcertante» anche se la donna rivendica la propria autonomia sostenendo che la vicenda del marito - su cui pure glissa - l'ha spinta a una vera consapevolezza. E promettendo, se eletta, d'impegnarsi contro le molestie e «gli abusi domestici» verso le donne.

Charlie Elphicke (dimissionario)
Rappresentava i Tory a Dover dal 2010, ma nel 2017 fu cacciato con l'accusa di violenza sessuale contro una donna nel 2007 e due episodi contro un'altra donna nel 2016. Lo scorso dicembre è stato riammesso dai conservatori in vista di un voto di fiducia nell'allora primo ministro Theresa May, ma è stato nuovamente sospeso quando è stato formalmente accusato nel luglio di quest'anno. Lui nega le accuse ma non si candiderà nella circoscrizione elettorale del Kent e si è dimesso per tentare di dimostrare la propria innocenza in tribunale.

Antony Calvert (dimissionario)
Il candidato Tory (a Wakefield) è stato costretto a dimettersi dopo che sono stati scoperti una serie di post offensivi sui social media. Tra i suoi post è finito nell'occhio di ciclone quello che diceva che se l'ex dittatore libico Gheddafi avesse voluto nascondersi avrebbe dovuto "sicuramente fuggire a Bradford". Una volta ha anche pubblicato che Harriet Harman di Labour ha dovuto smettere di "discutere su questioni femministe totalmente e assolutamente irrilevanti" e ha affermato che "se ci fosse un motivo per essere coinvolti in cariche pubbliche" sarebbe stato quello di esporre "ridicole" affermazioni sulla povertà alimentare nel Regno Unito. Nel 2017 ebbe problemi a Wakefield quando derise la locale classe operaia per aver preso un caffè.


Joy Morrissey (in corsa)
Ha avuto un passato un po' colorato. Prima di sognare di sedersi sulle poltrone della Camera dei Comuni, la parlamentare speranzosa lavorava come attrice non protagonista. Il suo ruolo più importante è stato nella commedia a basso budget "Bonk Fest" Geek Mythology che l'ha vista cavalcare un uomo come a cavallo indossando un cappello da cowboy. Ma forse più preoccupante per gli elettori è stato il suo atteggiamento nei confronti del servizio sanitario. Nel 2016, in un blog, ha accusato con violenza i Labour di "feticizzare" il servizio sanitario e ha detto che la gente dovrebbe smettere di chiamarlo "il nostro SSN" o di "trattarlo come una religione".
Un candidato alle elezioni generali di Lib Dem si è dimesso dopo essere stato accusato di fare una serie di tweet razzisti e omofobi.

Kevin McNamara (dimissionario)
Il partito LibDem ha affermato di aver "immediatamente aperto indagini disciplinari" contro il candidato di Thurrock.
Alcune schermate dei tweet che circolano dimostrano che il parlamentare si è reso colpevole di insulti razzisti e omofobi nel 2009 e nel 2010. Si è dimesso.

Waheed Rafiq (espulso)
I liberaldemocratici hanno sospeso il candidato di Birmingham  Hodge Hill dopo che è emerso che aveva presumibilmente condiviso online materiale "chiaramente e inequivocabilmente antisemita". La portavoce LibDem ha dichiarato che i commenti "portano il discredito al partito". 

Ian Byrne (in corsa)
Il Labour gli ha concesso di mantenere la candidatura (a Liverpool West Derby), nonostante un messaggio offensivo e volgare rivolto alla baronessa Michelle Mone, la fondatrice del marchio di biancheria intima Ultimo. Il post, condiviso nel 2015 su Facebook, fu seguito da commenti violenti contro la baronessa Mone, accusata di aver tradito le sue radici della classe operaia. L'onorevole Byrne si è scusato per i commenti, dicendo che era appena gli inizi della sua carriera politica quando scrisse quel messaggio.

Keith Vaz (dimissionario)
Il deputato laburista Keith Vaz ha deciso di ritirarsi prima delle  elezioni, dopo esser stato sospeso dalla Camera dei Comuni per sei mesi dopo la scoperta di aver "espresso la volontà" di acquistare cocaina per altri. “Ho deciso di ritirarmi dopo 32 anni come parlamentare per Leicester East. Ho vinto otto elezioni generali. È stato un onore e un privilegio servire il mio collegio elettorale da quando sono arrivato in città nel 1985. Leicester e specialmente la gente di Leicester East saranno sempre nel mio cuore”.

Zahara Sultana (in corsa)
La laburista è stata costretta a scusarsi dopo che sui social media sono emersi i post in cui ha detto che avrebbe celebrato la morte di Blair e Benjamin Netanyahu.

Gideon Bull (ritirato)
Il consigliere (a Haringey) ha lasciato la candidatura del Labour per un'accusa di antisemitismo per un commento su un collega di Gabinetto. Durante un incontro privato, ha usato il termine "Shylock", che nella commedia "Il mercante di Venezia" rappresentava con disprezzo  un immaginario usuraio ebreo veneziano, principale antagonista della commedia. Bull ha affermato ha negato di aver mai indirizzato quell'offesa al consigliere ebraico Zena Brabazon.

Kate Ramsden (dimissionaria)
La candidata del partito (a Gordon, nell'Aberdeenshire), si è dimessa dopo la pubblicazione di un post sul blog che aveva scritto su Israele. Ha paragonato Israele a un bambino maltrattato che diventa un adulto violento.
Ha detto: "Ho preso la decisione di dimettermi come candidato a seguito delle critiche a un blog scritto al culmine del bombardamento di Gaza da parte di Israele. Non volevo ferire nessuno e mi scuso senza riserve".

Jane Aitchison (in corsa)
La candidata (a Pudsey), nel tentativo di difendere Zahara Sultana, la candidata che aveva celebrato la morte di Blair e Netanyahu, durante un'intervista ha finito per peggiorare la situazione.

Frances Hoole (dimissionaria)
Anche la candidata Labour (a Edimburgo) si è dimessa dopo un tweet offensivo nel quale ha definito Joanna Cherry, sua rivale del Partito Nazionale Scozzese (SNP) una "terf", acronimo anglosassone che significa femminista radicale transesclusiva.

Nel tweet ha condiviso una sua foto con in mano un Cillit Bang (nome di uno sgrassatore il cui slogan pubblicitario suona più o meno così "Bang e lo sporco sparisce") puntato verso l'immagine della Cherry decapitata, con le parole "Bang and la Terf è sparita". Terf è visto come un termine offensivo che descrive un gruppo di femministe che non vedono le donne trans come donne. Cherry ha replicato così: «Ho ricevuto una minaccia di morte e una tempesta di abusi misogini per la difesa di #womensrights (diritti delle donne). La Hoole pensa che sia divertente». La Hoole si è poi pubblicamente scusata.

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