Giappone, il futuro verde riparte da Fukushima

Giappone, il futuro verde riparte da Fukushima
di Erminia Voccia
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Giovedì 3 Febbraio 2022, 19:46 - Ultimo aggiornamento: 20:12

Il futuro verde del Giappone riparte da Fukushima. Si chiama Fukushima Hydrogen Energy Research Field (FH2R) il progetto per la produzione di idrogeno dall’energia solare situato nell’area della città di Namie, a 250 km da Tokyo e a pochissima distanza dalla centrale nucleare di Fukushima Daiichi, gravemente danneggiata a seguito del terremoto e dello tsunami del marzo 2011. Namie prova, attraverso la tecnologia legata all’idrogeno, ad attirare imprese e nuovi cittadini o a riconquistare quelli vecchi. Soltanto 1500 persone sono tornate dopo il disastro, rispetto ai 17mila residenti rimasti tali solo sulla carta. In cantiere ci sono stazioni a idrogeno per auto, treni e biciclette e progetti per zone industriali completamente alimentate a energia pulita. La costruzione dell’impianto FH2R è iniziata nel 2018 ed è stata completata nel marzo del 2020, su iniziativa dell’agenzia governativa Nedo con Toshiba, Tohoku Electric Power, Iwatani e Asahi Kasei.

 

L’obiettivo è promuovere un modello di business per sfruttare al massimo le possibilità offerte dall’idrogeno, sia come fonte di energia sia come bene oggetto di scambi commerciali, cerando di bilanciare offerta e previsioni di domanda.

Il concetto di base: l’idrogeno è una risorsa fondamentale allo sviluppo sostenibile perché non produce emissioni di gas serra, può essere stoccato, trasportato ed esportato in tutto il mondo, può essere integrato ad altre risorse e utilizzato in vari campi. L’impianto si estende su 22 ettari e arriverà a produrre 180 kg di idrogeno all’ora. Ci sono una struttura per l’approvvigionamento dell’acqua e una per lo stoccaggio dell’idrogeno liquido, che poi viene trasportato in autobotti, e una centrale di controllo. Tutto è stato costruito secondo criteri antisismici una volta e mezza più sicuri di quelli degli edifici comuni. Il Giappone, nel dicembre 2017, è stato il primo Paese al mondo a lanciare una propria Strategia nazionale per l’idrogeno. Il piano giapponese punta a farne una risorsa a basso costo.

L’obiettivo è raggiungere un prezzo di 2,6 euro per kg entro il 2030 e 1,7 euro entro il 2050. «Arrivare nel 2050 a coprire il 18% della produzione energetica con l'idrogeno ottenuto con il solare, eliminando gas naturale e carburanti fossili nei trasporti: a questo pensa il Giappone, nel percorso verso zero emissioni», ha spiegato Ohira Eiji di Nedo. Sarà in particolare il settore dei trasporti a godere della transizione energetica. Entro il 2030, il Giappone, leader del settore, conta di arrivare a 800mila auto a idrogeno, oggi ne ha 6.500; e a 1.200 autobus a pila a combustibile rispetto ai 100 di oggi. Per garantire questi risultati, nell’arcipelago dovranno essere costruite almeno 900 stazioni di rifornimento per l’idrogeno, oggi ce ne sono 160.

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