Al matrimonio, che ovviamente non è valido legalmente, anche se ha ottenuto la certificazione di Gatebox, una società che realizza ologrammi e che ha già prodotto 3.700 certificati di questo (strano) tipo, hanno preso parte circa quaranta invitati. Tra questi, non c’era la madre dello sposo, evidentemente contrariata. «Come mamma, non vedo nulla da celebrare», ha raccontato alla stampa giapponese la donna, che, non assistendo alla cerimonia, si è persa il momento solenne in cui suo figlio ha infilato al dito di una bambola la fede nuziale.
Sull’altare, in effetti, in rappresentanza di Hatsune, Akihiko ha trovato al suo fianco un suo alter ego di peluche. Con il pupazzo il trentacinquenne nipponico va anche a dormire la sera. La mattina poi l’ologramma di sua moglie, creato dalla Gatebox, lo saluta prima di andare a lavoro e, al ritorno, con l’ausilio di un software, gli accende le luci di casa. «Non l’ho mai tradita», ha spiegato ancora Kondo. «Sono stato sempre innamorato di lei e del concetto di ologramma».
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