Germania, contro l'aumento contagi le aziende si difendono: il tampone non basta più, serve il vaccino

L'incidenza dei casi è salita a 154,8 su 10mia abitanti. E il mondo del lavoro privato chiede di poter stringere i controlli sui dipendenti

Germania, contro il boom contagi le aziende si difendono: il tampone non basta più, serve il vaccino
di Simone Pierini
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Martedì 2 Novembre 2021, 12:11 - Ultimo aggiornamento: 14:14

Mentre in Italia c'è chi protesta contro il Green pass, in Germania le aziende si stanno organizzando per istituire una linea molto più dura per far fronte all'aumento dei contagi delle ultime settimane: per muoversi liberamente all'interno del luogo di lavoro o nelle mense non basterà più il tampone ma servirà il vaccino o l'avvenuta guarigione. Continuano infatti a crescere i casi di Covid-19 in tutto il Paese e ieri il bollettino giornaliere ha riportato 9.658 nuovi contagi e 23 decessi. Secondo i dati dell'Istituto Robert Koch l'incidenza, calcolata nell'arco di sette giorni, è salita a 154,8 casi su 10mia abitanti.

Regole diverse e il tampone non basta più

 

Per questo motivo multinazionali come la Bayer, il gigante elettrico Eon e il gruppo assicurativo Ergo, interpellate dal giornale tedesco Rheinische Post, vogliono andare oltre la strategia del 3G (Vaccino, guarigione o tampone negativo) e passare al 2G eliminando proprio il test.

L'idea è quindi quella di garantire degli spazi esclusivi, come le mense le mense, ai soli immunizzati o con certificato di avvenuta guarigione dal Covid che potranno circolare senza mascherina. Al contrario coloro che non potranno dimostrare questi due requisiti dovranno portare la mascherina e rispettare le regole di distanziamento. Non saranno lasciati a casa, potranno continuare a lavorare ma dovranno seguire un protocollo differente. Una presa di posizione che va in contrasto con la strategia del nuovo governo che si sta insediando nel post Merkel che spinge per un allentamento delle misure. Tuttavia in Germania la sanità è affidata ai Lander che possono decidere in maniera autonoma come gestire il controllo della pandemia.

Le medie imprese chiedono di conoscere lo stato vaccinale

In considerazione dei crescenti numeri della corona, l'Associazione federale delle medie imprese ha chiesto che i datori di lavoro possano informarsi sullo stato di vaccinazione dei propri dipendenti. L'amministratore delegato federale Markus Jerger ha dichiarato all'agenzia di stampa tedesca che la regola del 3G è già una realtà in molte aziende. «Tuttavia, c'è ancora incertezza sul fatto che i datori di lavoro possano informarsi sullo stato di vaccinazione dei propri dipendenti. Una richiesta legalmente regolamentata da parte dei datori di lavoro creerebbe una certezza giuridica».



Il governo federale deve fornire rapidamente chiarezza. «È fondamentale che i processi aziendali nelle aziende che stanno soffrendo per le conseguenze della pandemia e del blocco non vengano interrotti o addirittura si fermino», ha affermato Jerger. «Faccio quindi appello urgente ai dipendenti affinché si facciano vaccinare o testare regolarmente. Un altro lockdown, anche se limitato a livello regionale, potrebbe significare la fine per le aziende interessate».

Esperti tedeschi frenano su terza dose: prima gli over 70

In futuro «gli strumenti non cambieranno molto e il virus non andrà via. Ogni inverno ci troveremo ad affrontare le stesse condizioni» ha detto il presidente della Società di medicina generale Martin Scherer in conferenza stampa a Berlino, informando sulla condizione del Covid in Germania. La commissione vaccinale permanente competente sui vaccini, la Stiko, ha ribadito intanto che la terza dose non va somministrata a tutti subito ma consiglia di privilegiare gli over 70, poi gli over 60 e i gruppi vulnerabili, così come chi ha professioni sensibili (medici e infermieri). Questo contrasta con quanto espresso dal ministro della Salute Jens Spahn nei giorni scorsi che aveva invitato tutti a ricorrere ad una terza dose. Il presidente dell'associazione dei medici di famiglia, Ulrich Weigeldt, aveva detto ieri a Welt che il problema non è riaprire o meno i centri vaccinali o fare la terza dose, ma il problema è la disponibilità delle persone non vaccinate a farsi vaccinare. E per questo «non ha senso adesso accendere il turbo» negli studi medici.

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