Le elezioni sono alle spalle e sul tappeto è rimasto un Parlamento estremamente frazionato con partiti ampiamente sotto il 30%, una Spd che dà segnali di rinascita e un mare di cocci della Cdu-Csu che tocca il suo minimo storico e perde per strada oltre cinque milioni di elettori.
Elezioni in Germania: i risultati
Secondo i risultati finali ancora non definitivi delle legislative in Germania, i socialdemocratici (Spd) dello sfidante Olaf Scholz arrivano al primo posto col 25,7% e si dicono pronti a governare: una rimonta strabiliante dal 15% in cui vegetavano fino a solo pochi mesi fa, e un aumento di circa cinque punti rispetto alle elezioni del 2017 (20,5%).
Massiccia la nuova distribuzione dei seggi in Parlamento. Il nuovo Bundestag, passato da 709 a 735 seggi, è ora così suddiviso: 206 seggi alla Spd (che ne aveva 153), 196 alla Cdu-Csu (ne aveva 246), 118 ai Verdi (67), 92 alla Fdp (80), 83 all’AfD (94) e 39 alla Linke (69). Un seggio va al partito della minoranza danese Piattaforma elettorale del Sud Schleswig (per le minoranze c’è una deroga alla soglia del 5%). La Spd esce vincitrice da queste elezioni anche perché è riuscita ad assicurarsi una tripletta: oltre alle legislative ha vinto anche le regionali in due Länder, Berlino e il Meclemburgo Pomerania Anteriore con capoluogo Schwerin, dove si sono affermate le due capolista: Franziska Giffey, l’ex ministra della famiglia dimessasi dopo le accuse di plagio della tesi, che ora subentrerà al borgomastro Michael Müller, che entra al Bundestag. E Manuela Schwesig, una delle personalità più popolari della Spd, che si conferma governatrice a Schwerin con un risultato strabiliante: 39,6%, un aumento di nove punti. Berlino invece si è confermata capitale alternativa anche nella giornata elettorale: una grande maratona ha bloccato per ore il centro impedendo a molti elettori di arrivare in tempo ai seggi e anche ai fattorini che portavano le schede. Risultato, file e ritardi di ore e seggi tenuti aperti oltre l’orario ufficiale delle 18.
L’analisi
L’analisi dei flussi elettorali documentava ieri l’emorragia dei voti della Cdu-Csu: dei 15,3 milioni che nel 2017 aveva preso con la Merkel, ne sono rimasti solo 7,8. Più di cinque sono andati ad altri partiti, di centro ma più a sinistra, prevalentemente a Spd (circa tre milioni), Verdi (due milioni), e anche Fdp. Molti parlamentari dell’Unione sono stati battuti dai rivali Spd, anche nel collegio della Merkel nel Meclemburgo dove la cancelliera aveva sempre vinto dal 1990 per ben otto volte di fila. Qualche sconfitto illustre però anche in casa Spd, come la co-presidente Saskia Esken che è stata battuta dal candidato Cdu per il mandato diretto a Calw, nel Baden-Württemberg.
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