Droni e missili russi abbattuti dal Gepard, il tank che alza un muro di piombo: la Germania ne sta donando 50 all'Ucraina

Il problema dei rifornimento delle munizioni speciali per i cannoncini calibro 35 mm

Droni e missili russi abbattuti dai Gepard, il tank che alza un muro di piombo: la Germania ne sta donando 50 all'Ucraina
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Venerdì 21 Aprile 2023, 13:05 - Ultimo aggiornamento: 22 Aprile, 18:51

Un muro di piombo creato con migliaia di proiettili per abbattere droni e missili russi. A dispetto dei sofisticati sistemi missilistici antiaerei forniti dall’Occidente, contro questi bersagli la miglior difesa da parte dell’Ucraina è affidata a tradizionali sistemi di contraerea. E a rispuntare sul campo, insieme ai piccoli cannoni automatici di calibro compreso tra 23 e 35-40 mm), è il Flakpanzer Gepard, un carro armato sul quale è stata montata una torretta dotata di cannoni antiaerei (Flak sta per contraerea).

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Doppio radar

Nonostante abbia quasi cinquant’anni, il Gepard ha un ruolo determinante nella rete di difesa aerea dell’Ucraina: intercetta e abbatte droni e missili lanciati dal nemico a bassa quota, molto pericolosi ma troppo economici e numerosi per giustificare l’uso di missili terra-aria di ultima generazione.

Il Gepard è stato progettato negli anni Sessanta ed è entrato in servizio un decennio dopo. Costruito sul telaio di un carro armato Leopard 1, è lungo 7 metri, pesa circa 50 tonnellate, può raggiungere una velocità di 65 chilometri all’ora e i suoi cannoni sono in grado di colpire bersagli a circa sei chilometri e mezzo di distanza. La dotazione principale è costituita da due cannoni automatici Oerlikon GDF 35mm su entrambi i lati della torretta.  Entrambi possono sparare 550 colpi al minuto, raffiche fino a 37 secondi che alzano un nuro di piombo che non lascia scampo al bersaglio.

La torretta dispone inoltre di un radar di ricerca in banda S montato sul retro e uno di tracciamento in banda Ku nella parte anteriore, ciascuno dei due può rilevare bersagli fino a circa 15 chilometri. Il radar di ricerca, che ruota costantemente a 60 giri al minuto, individua il bersaglio e trasmette i dati al radar di tracciamento, consentendo una mappatura continua. Con un equipaggio di tre persone - un comandante, un autista e un mitragliere - il Gepard era stato progettato per affrontare gli elicotteri da combattimento sovietici, pesantemente armati e corazzati, poi la sua gamma di obiettivi si è progressivamente espansa includendo droni, missili e razzi a bassa quota. La compagnia di difesa tedesca Krauss-Maffei Wegmann costruì 570 Gepard tra il 1963 e il 1980: 420 per la Bundeswehr tedesca, 95 per l’esercito olandese e 55 per l’esercito belga. I Paesi Bassi e il Belgio lo hanno in dotazione dal 2006 e la Germania dal 2010, mentre Brasile, Giordania, Qatar e Romania hanno acquistato alcuni Gepard dismessi. Anche l’Italia in passato se ne interessò, ma non la acquistò ritenendo l’investimento eccessivo.

Le munizioni

Dopo essere stato criticato per la sua riluttanza a inviare armi pesanti in Ucraina, il governo tedesco ha promesso all’Ucraina circa 50 Gepard nell’aprile 2022. I primi tre sono arrivati a luglio e sono stati seguiti da altri 27 nei mesi successivi, a marzo è stato approvato l’invio di altri 34. I mezzi sono stati portati immediatamente in prima linea e si sono dimostrati efficaci nell’abbattere missili da crociera e droni russi a bassa quota, in particolare contro le munizioni vaganti Shahed-131 e 136 di fabbricazione iraniana utilizzati dalla Russia contro le infrastrutture energetiche ucraine. Gli equipaggi dell’esercito di Kiev non hanno evidenziato difficoltà nell’utilizzare al meglio il mezzo, benché abbiano svolto solo due mesi di addestramento rispetto allo standard tedesco di 18 mesi. Un approfondimento di Insider riferisce che un equipaggio nei pressi di Odessa ha abbattuto 10 Shahed e due missili da crociera in un solo giorno. I Gepard hanno colmato una notevole lacuna nella rete di difesa aerea dell’Ucraina, che può contare su sistemi a lungo raggio come i sistemi missilistici terra-aria S-300 e Buk dell’era sovietica, nonché sistemi di fabbricazione occidentale come NASAMS e MIM-104 Patriot. I missili lanciati da questi sistemi sono avanzati, ma costosi e disponibili in quantità ridotte, inoltre rappresentano la principale difesa dell’Ucraina contro i caccia e i bombardieri russi, quindi le forze ucraine non possono permettersi di usarli contro ogni drone e missile da crociera.

Aggirata la Svizzera

I proiettili da 35 millimetri dei Gepard, con capacità di esplosione aerea, sono particolarmente utili per la loro missione tuttavia l’accesso alle munizioni è limitato. L’unico Paese che le produce è la Svizzera, in nome del suo impegno alla neutralità non solo si rifiuta di mandare munizioni all’Ucraina, ma proibisce anche ad altri Paesi di riesportare prodotti per la difesa svizzeri in zone di guerra. Perciò la Germania ha deciso di produrre direttamente nuove munizioni per i carri forniti all’Ucraina. «I Gepard stanno umiliando i droni e gli Shahed», afferma a Insider Mark Montgomery, ex ammiraglio della Marina degli Stati Uniti ora direttore del Center on cyber and technology innovation. «Li stanno abbattendo. Sono molto efficaci, tuttavia stanno esaurendo le munizioni», aggiunge. A febbraio, il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius ha annunciato che l’azienda tedesca Rheinmetall avrebbe riavviato la produzione di munizioni per il Gepard e la società ha dichiarato che due lotti di proiettili da 35 mm sarebbero stati consegnati all’Ucraina: 150.000 proiettili APDS-T in arrivo quest’estate e 150.000 proiettili HEI-T da consegnare nel 2024. I documenti riservati dell’intelligence statunitense trapelati nelle ultime settimane in rete rivelavano che i principali missili terra-aria in dotazione all’Ucraina potrebbero essere esauriti già a maggio, il che significa che armi come il Gepard faranno doppio lavoro.

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