George Floyd, Trump: «New York fatta a pezzi da feccia». Coprifuoco esteso fino a domenica. Due morti a Chicago

George Floyd, Trump: «New York fatta a pezzi da feccia». Coprifuoco esteso fino a domenica. Due morti a Chicago
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Martedì 2 Giugno 2020, 07:15 - Ultimo aggiornamento: 3 Giugno, 08:11

«Non tollereremo la violenza» sotto nessuna forma, ha detto il sindaco di New York, Bill de Blasio, annunciando che a causa della proteste per la morte di George Floyd il coprifuoco in città durerà per il resto della settimana, fino a domenica 7 giugno: scatterà ogni sera alle 20 fino alle 5 del mattino successivo. Intanto Trump attacca il governatore di New York Andrew Cuomo: «Ieri è stata una giornata negativa per i fratelli Cuomo. New York ha perso di fronte ai saccheggiatori, alla sinistra radicale e a tutte le altre forme di feccia». 

«Voglio giustizia per George. Voglio giustizia per George perché era buono». Lo afferma Roxie Washington, la madre della figlia di George Floyd, nella sua prima conferenza stampa. Accompagnata dalla bimba di sei anni, Gianna, Washington dice: «Lo hanno strappato a lei. Alla fine loro tornano a casa dalle loro famiglie. Gianna non ha un padre. George non la vedrà mai crescere, laurearsi e non l'accompagnerà mai all'altare
».

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Due persone sono rimaste uccise durante i disordini a Chicago esplosi in tutto il Paese dopo la morte di George Floyd, l'afroamericano ucciso a Minneapolis per mano della polizia. Ancora non chiara la dinamica dell'episodio. Oltre 60 gli arresti. La polizia di St.Louis ha invece denunciato che quattro suoi agenti sono stati colpiti da armi da fuoco. «Sono stati tutti trasportati in ospedale, sono coscienti, riteniamo che non siano in pericolo di vita», ha reso noto il dipartimento metropolitano su Twitter, aggiungendo che la situazione nel centro della città del Missouri è ancora tesa. 

Circa 700 persone sono state arrestatate a New York, in particolare a Manhattan, dove si sono concentrate le proteste del movimento 'Black Lives Matter' che chiede giustizia per George Floyd. «Le proteste sono potenti e hanno un grande significato. Ma nella notte abbiamo visto gruppi che le usano per incitare la violenza e distruggere le proprietà. La nostra priorità è la sicurezza dei cittadini», ha twittato il sindaco Bill de Blasio.

Trump contro Cuomo. Andrew Cuomo, governatore di New York,
«ha rifiutato la Guardia nazionale e la città di New York è stata fatta a pezzi. Allo stesso tempo i rating» tv «di Fredo calano del 50%», ha scritto Trump su Twitter, tornando a chiamare Chris Cuomo 'Fredo' e associandolo quindi a 'Fredo' Corleone del Padrino. Chris Cuomo, giornalista Cnn, è fratello del di Andrew Cuomo. De Blasio è tornato a rifiutare l'offerta di Trump: «Non abbiamo bisogno e non vogliamo la Guardia Nazionale. Quando ci sono forze esterne il risultato non è mai buono». 
 


Cuomo contro De Blasio. «La polizia di New York non è stata efficace» ieri sera: «Ritengo che il sindaco De Blasio abbia sottovalutato il problema.
La polizia e il sindaco non hanno fatto il loro lavoro», ha detto il governatore dello stato di New York, Andrew Cuomo, criticando il primo cittadino della Grande Mela. New York «non ha usato abbastanza polizia per affrontare la situazione», aggiunge Cuomo minacciando di subentrare a De Blasio e chiedere l'intervento della Guardia Nazionale. «Non siamo comunque ancora a questo punto», spiega.


Spray urticanti. Ancora alta tensione a Washington, dove nonostante il coprifuoco centinaia di manifestanti hanno continuato a manifestare circondari dalla polizia e colpiti con spray urticanti. In azione anche elicotteri militari. Decine di arresti. Proteste e disordini in corso anche a New York, dove si registrano ancora episodi di vandalismo e saccheggi, a Dallas, ad Atlanta, a Los Angeles. A Buffalo, nello stato di New York, un'auto si è lanciata contro un gruppo di agenti provocando alcuni feriti. Ad Oakland, in California, arresti in massa dopo lo scattare del coprifuoco.

 
 


Ordine. Il presidente Trump, dal Rose Garden di una Casa Bianca blindata dai militari e assediata dai manifestanti, definisce «atto di terrorismo interno» le proteste violente esplose in tutto il Paese. E pur di porre fine ai disordini  minaccia di mobilitare l'esercito americano contro cittadini americani, invocando l'Insurrection Act del 1807 che dà a un presidente il potere di dispiegare militari all'interno del territorio degli Stati Uniti. «Io sono il presidente dell'ordine e della legalità», ha scandito il tycoon, mentre in sottofondo si udiva l'eco degli spari dei gas lacrimogeni lanciati dalla polizia militare contro i manifestanti che, sfidando il coprifuoco, stavano però protestando pacificamente. «Il presidente ha il diritto di difendere il suo Paese e di proteggere la sua nazione. Non possiamo permettere che le proteste pacifiche vengano manipolate da anarchici di professione e gruppi antifa», ha affermato Trump.
 

Le cariche. Solo poco più tardi si è capito il perchè di una carica delle forze dell'ordine apparsa senza senso, usando anche proiettili di gomma e agenti a cavallo contro manifestanti fino ad allora innocui: finito di parlare alla nazione il presidente è voluto uscire a piedi dalla Casa Bianca per dirigersi verso la vicina St. John Episcopal Church. Dunque, l'area doveva essere sgomberata. Giunto davanti alla chiesa Trump si è fermato, si è girato verso telecamere e fotografi e, alzando un braccio, ha sventolato la copia di una Bibbia: «L'America sta tornando grande», ha detto, prima di tornare sui suoi passi. Con lui, oltre a un foltissimo e preoccupatissimo gruppo di agenti del Secret Service, il capo del Pentagono Mark Esper, il ministro della Giustizia Williamn Barr, la figlia Ivanka (l'unica con la mascherina)e il genero Jared Kushner. Ma non la first lady Melania. Quella andata in scena per molti commentatori è l'ennesima provocazione del tycoon . Di certo, la volontà di mostrare che lui, il Commander in Chief, non ha paura di niente e di nessuno. Perchè la storia del presidente costretto venerdì sera a rifugiarsi nel bunker della Casa Bianca con moglie e figlio non gli è andata giù. È una vicenda che lo ha mandato su tutte le furie. In tanto, sfidando il coprifuoco, le proteste sono andate avanti per la settima serata consecutiva, come a New York, a Dallas, ad Atlanta, a Los Angeles, a Louisville. Mentre l'autopsia ufficiale ha confermato: George Floyd è morto ucciso dalla polizia, per un arresto cardiaco provocato da un pressione sul collo. 

Ue scioccata. L'Unione Europea è «scioccata e sconvolta» per quanto accaduto all'afroamericano George Floyd, morto durante un fermo di polizia a Minneapolis. Lo ha dichiarato l'Alto Rappresentante dell'Ue per gli Affari Esteri, Josep Borrell, definendo l'episodio «un abuso di potere» della polizia e mettendo in guardia da un ulteriore uso eccessivo della forza contro i manifestanti. «Al pari del popolo statunitense, siamo scioccati e sconvolti dalla morte di George Floyd. Tutte le società devono rimanere vigili contro l'uso eccessivo della forza e rispettare i diritti umani», ha detto Borrell nel corso di una conferenza stampa. Secondo Borrell, nel corso della morte di Floyd c'è stato «un abuso di potere» da parte delle forze di sicurezza. «Condanniamo il razzismo di qualsiasi tipo», ha aggiunto.

L'Iran attacca gli Usa: violati i diritti umani
Gli Stati Uniti, che sostengono di difendere i diritti umani, dovrebbero essere processati nei tribunali internazionali per violazione di tali diritti. Lo ha affermato oggi il capo della magistratura iraniana, Ebrahim Raisi, parlando degli scontri della polizia americana con i manifestanti che protestano per l'uccisione di George Floyd. «Un simile comportamento con Floyd ha rivelato il vero volto degli Usa», ha detto Raisi citato dall'Irna, aggiungendo che «i diritti umani fondamentali in quel Paese sono annientanti mentre coloro che affermano di essere sostenitori dei diritti umani nel mondo non reagiscono al razzismo sistematico negli Stati Uniti». Il capo della magistratura iraniana ha anche sostenuto che «l'attuale scintilla negli Stati Uniti si trasformerà sicuramente in un incendio che brucerà gli stessi Stati Uniti e il sistema di ricerca del dominio, e il loro destino sarà la condanna e l'annientamento».

Juve post neri. Post completamenti neri, sugli account personali di Instagram, per protestare contro l'uccisione, a Minneapolis, di George Floyd. Quattro giocatori della Juventus hanno aderito all'iniziativa social a livello planetario
Black out tuesday: sono Dybala, Matuidi, Ramsey e Bernardeschi. A loro si è aggiunta la fidanzata dell'olandese de Ligt. Accanto al post, o a un breve video tutto nero, solo la frase Black lives matter (le vite nere contano).

Solidarietà Chelsea. I giocatori del Chelsea hanno seguito l'esempio dei colleghi del Liverpool, manifestando solidarietà nei confronti di George Floyd, l'afroamericano ucciso da un agente di polizia a Minneapolis. I Blues, come si vede nella foto pubblicata sull'account ufficiale del club su Twitter, si sono inginocchiati a testa bassa, imitando il movimento dei Black Lives Matter. L'immagine è stata ritwittata dal giocatore Ruben Loftus-Cheek, corredata dalla frase: «Quando è troppo è troppo. Siamo umani, tutti. E insieme siamo più forti».

Facebook. Mark Zuckerberg si è detto «disgustato» dai commenti di Donald Trump sulle manifestazioni per George Floyd prima delle proteste dei suoi dipendenti contro la sua scelta di non rimuovere i post del presidente. «Non è quello che vogliamo dai nostri leader in questi momento», ha spiegato Zuckerberg ai dipendenti di Facebook, mettendo in evidenza come la sua decisione di non rimuovere i post fosse stata «difficile». Ma, riportano i media americani, le parole dell'amministratore delegato di Facebook non sono riuscite a placare gli animi dei dipendenti che, non contenti della spiegazione, hanno criticato apertamente Zuckerberg e organizzato un 'walkout' virtuale lunedì per manifestare la loro opposizione alla sua scelta.

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