Roma, Sos centri estivi: mamme e papà al lavoro, 5 mila bimbi senza posto
DISORIENTATI
Una generazione disorientata, come chi non sa leggere una mappa, e per questo sempre più bisognosa di confini, spazi sicuri, per proteggere quell'autostima in nome della quale i genitori hanno rinunciato al loro ruolo da educatori: non contraddire un bambino che fa i capricci per non ferirlo, concedergli tutti pensando di rafforzarlo e finendo invece per privarlo di uno strumento fondamentale. La tentazione di sentirsi buoni, di lasciar correre qualunque comportamento l'hanno provata tutti, ma è un gioco fatto a unico vantaggio degli adulti, secondo Furedi, e crea una società in cui l'idea che sottrarsi al confronto con la scusa del rispetto sia una forma più alta di comprensione: gli eccessi della cancel culture, a suo avviso, vengono da lì, dal fatto che le voci fuori dal coro vengono prima aggredite e insultate e poi, da ultimo, rimosse con un'intolleranza speculare a quella che si vorrebbe denunciare e mettere alla gogna.
Un esempio è quello che sta succedendo a JK Rowling, presa di mira dalla stessa generazione cresciuta leggendo i suoi libri per le sue posizioni sui transgender e rifiutata in blocco nonostante la venerazione planetaria per le sue opere. Un atteggiamento, questo, che denota un'immaturità collettiva preoccupante. E anche nella letteratura per l'infanzia ci sarebbe, secondo il sociologo, una forte tendenza a cancellare i limiti e a confondere i piani, puntando a lusingare i bambini invece di metterli davanti a ostacoli da superare con coraggio, dando loro modelli da seguire per affrontare la realtà.
Una realtà che, con il linguaggio ben poco ovattato dei social networks, potrebbe ferirli in maniera grave sul piano personale e creare, a livello collettivo, la morte progressiva del dibattito. I diritti si sono affermati in maniera estremamente rapida e la società è diventata molto più permissiva, ma chiunque osi dire qualcosa di controcorrente viene attaccato proprio dai figli di questo permissivismo.
AMICI MAI
Pensare di essere i migliori amici dei figli è profondamente sbagliato, secondo Furedi, secondo cui questa deriva non ha nulla a che vedere con le teorie di Maria Montessori sullo sviluppo della creatività e della libertà del bambino ma semmai con un bisogno, egoistico, dei genitori, di non concentrarsi sulla trasmissione di un sistema morale forte e di rifiutare ogni forma di contestazione.
Privando i figli della gioia sacrosanta di fare, eventualmente, una bella rivoluzione.
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