Gas, la pace non basterà: prezzi alti ancora a lungo

Le cause dell’impennata non sono solo geopolitiche: la speculazione è troppo forte

Gas, la pace non basterà: prezzi alti ancora a lungo
di Gianni Bessi
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Mercoledì 16 Febbraio 2022, 00:10

Quanto inciderà il raffreddamento della crisi russo-ucraina sui costi del gas? Va subito chiarito che quand’anche cessassero le ostilità tra i due paesi, le difficoltà che l’eccezionale aumento del prezzo stanno provocando all’economia europea non si risolverebbero automaticamente. Il prezzo resterà alto ancora a lungo. Neppure i problemi di approvvigionamento troverebbero soluzione. Anche perché le cause del rialzo non sono tutte di natura geopolitica: in conto vanno messi altri fattori, quali lo sviluppo produttivo del Far-East e di altre zone del mondo che crescono demograficamente ed economicamente in modo inesorabile. A ciò si debbono aggiungere alcune variabili, come per esempio l’incidente tecnico nei giacimenti della penisola di Yamal o il minore apporto dell’energia prodotta dalle rinnovabili in Sud America o in nord Europa in estate a causa di fattori meteorologici avversi. Un cluster di cause che ci fa capire come la parola chiave dell’energia sia ormai complessità.

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LE SOLUZIONI
Per “aiutare” il prezzo del gas a tornare su livelli meno tesi, l’Italia dovrà perciò insistere sulla strada dell’autosufficienza, sia pure parziale.

Tenendo comunque presente che la speculazione sarà sempre presente ed è praticamente impossibile tenerla a bada. La premessa è che si deve intervenire sulle aspettative, sulla previsione di quelli che saranno esigenze e scenari nel breve periodo. L’obiettivo è contare in estate su un differenziale di prezzo del gas rispetto all’inverno: è questo il dato che giustifica l’operazione di stoccaggio che quest’anno dovrà iniziare ad aprile. 

Le azioni efficaci per governare il processo devono essere strutturali e mirare a diversificare il più possibile gli approvvigionamenti. Per questo gli aiuti in bolletta varati dal governo non sono che un pannicello caldo sulla ferita: aiutano a stare bene per un po’ ma non guariscono. Si deve invece puntare decisamente su un aumento degli approvvigionamenti che arrivano in Italia via Trans adriatic pipeline (la Tap) che trasporta il gas dal giacimento Shah Deniz II in Azerbaigian. 

IL PIANO DEL METANO
Poi va programmata una forte crescita della produzione nazionale di metano, su questo pare che il governo si sia convinto, che attualmente è ferma a 4 miliardi di metri cubi all’anno ma che potrebbe raggiungere anche 10 miliardi. Sembra una cifra lontana dai 70 miliardi di fabbisogno del nostro paese, ma potere disporre del ‘nostro gas’ permetterebbe innanzitutto di aumentare la sicurezza del sistema. Infine, va utilizzato ogni stock disponibile in preparazione di una riserva strategica consistente, che ci metta al sicuro in caso di una nuova crisi. Un’idea per concretizzare quest’ultimo punto sarebbe utilizzare come riserva strategica il rigassificatore Fsru Toscana di Livorno, che però ha limiti strutturali da risolvere. 

Come Il Messaggero ha sottolineato più volte, la “tempesta perfetta” dell’energia che stiamo attraversando ha ridotto le scorte di gas ai livelli minimi in Italia e in Europa. E questo suggerisce che sarebbe il caso di rafforzare anche la governance degli stoccaggi, così da considerarli asset strategici per la sicurezza nazionale. 
A queste scelte, che possono essere compiute in fretta e sulla base di decisioni interne, se ne aggiungono altre che contemplano un coinvolgimento della diplomazia. È nelle nostre possibilità incrementare gli sforzi per giungere a una pacificazione della Libia, così come vanno consolidati i rapporti bilaterali con Egitto, Algeria, Cipro e Libano, tutte nazioni che stanno investendo in maniera massiccia sulla produzione di gas.

LA RETE
Resta aperta la questione dell’entrata in funzione del Nord Stream 2, la pipeline che fu progettata per avere una capacità di trasportare 50 miliardi di metri cubi di gas all’anno. Il suo destino è, ovviamente, appeso all’esito della crisi russo-ucraina. Ebbene, allo stato, il solo modo per accelerare la caduta del prezzo del gas, riportandolo entro livelli tollerabili, è attivare il gasdotto entro l’estate: la sua entrata in funzione sarebbe infatti un elemento decisivo per tagliare le unghie alla speculazione.

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