Gas, Nord Stream fermo dall'11 luglio. L'allerta in Europa: «I prezzi aumenteranno». Ma le trattative con Mosca proseguono

Gas, Nord Stream fermo per manutezione dall'11 luglio. L'allerta in Europa: «I prezzi aumenteranno». Ma le trattative con Mosca proseguono
di Francesco Malfetano
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Sabato 9 Luglio 2022, 15:41 - Ultimo aggiornamento: 16:44

Da lunedì «i prezzi del gas aumenteranno». A garantirlo, ormai già alcuni giorni fa, è stato il ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani. L'inizio della prossima settimana infatti, è cerchiato in rosso sul calendario di mezza Europa. Perché? Dall'11 luglio fino al 21 il gasdotto Nord Stream che collega la Russia con la Germania verrà chiuso per dei «lavori di manutenzione programmati» come ha fatto sapere la compagnia energetica statale Gazprom in una nota rilasciata all’agenzia stampa moscovita Interfax. Vale a dire che dopo le forti riduzioni delle consegne giornaliere verso l'Europa già operate fino a questo momento (almeno il 40% in meno), per 10 giorni non arriverà più gas.

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Stando alle motivazioni ufficiali offerte dal Cremlino, lo stop sarebbe dovuto al mancato arrivo di una turbina bloccata dalle sanzioni economiche in Canada.

Tuttavia secondo l'Europa si tratterebbe solo di un nuovo pretesto con cui Vladimir Putin punta ad un'azione energetica ritorsiva nei confronti dei Paesi che sostengono Kiev. 

I disagi nei vari Paesi 

Tuttavia se l'Italia sarebbe tutto sommato al riparo da situazioni drammatiche grazie all'attivismo mostrato dal governo nel differenziare il proprio mix energetico sin dall'inizio del conflitto (ma Eni ha già fatto sapere che riceverà meno gas almeno fino al 16 luglio), il discorso cambia drasticamente se si guarda alla Germania. Berlino infatti non solo è dipendente dal gas russo per oltre un terzo delle sue forniture, ma non ha a portata di mano alternative praticabili a breve termine. Vale a dire che se Mosca dovesse decidere di non riattivare poi le forniture dal 21 luglio, i tedeschi si troveranno in piena emergenza.

Il caso Germania

Tant'è che il cancelliere Olaf Scholz, sarebbe già pronto ad operare un razionamento dei consumi ed intervenire a sostegno delle aziende. Con ogni probabilità l'economia più grande d'Europa si troverebbe a fare i conti con una profonda recessione che potrebbe scatenare un effetto domino in tutto il Continente. La preoccupazione è tanta, al punto che Scholz sta provando in ogni modo ad aprire una crepa nel muro delle sanzioni occidentali facendo pressioni sul governo canadese guidato Justin Trudeau perché aggiri le sanzioni sui ricambi del Nordstream. «Abbiamo ricevuto un segnale positivo dal Canada, riguardo alla restituzione della turbina, ma al momento non possiamo dire se sia stata consegnata» ha infatti spiegato un portavoce del governo tedesco l'altro ieri.


Le trattative continuano. Anche perché, come ha spiegato Cingolani a più riprese, «questo comporterà che ci sarà ancora meno gas e i prezzi aumenteranno perché il mercato del gas è speculativo e ci sarà una ulteriore corsa all'accaparramento». L'Italia in realtà è riuscita fino ad oggi a riempire già circa il 60% degli stoccaggi, mettendo quasi al sicuro per la fine dell'anno. L'obiettivo però resta il 90%. «È chiaro però che avremo un inverno difficile e francamente nessuno vuole fare misure restrittive - ha continuato il ministro intervistato da SkyTg24 - Un conto è dire abbassiamo la temperatura del riscaldamento di un grado, o dire per qualche mese andiamo avanti con le centrali a carbone, perché intanto risparmiamo gas transitoriamente, un conto è dire dobbiamo interrompere le attività. Questo noi cerchiamo di non farlo, però devo dire che siamo in una posizione abbastanza buona in questo momento».

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