Il G7 avverte Cina e India: «Non aiutate più Mosca». Via libera di Biden agli F16 per Kiev: piloti ucraini addestrati dagli europei

In arrivo a Hiroshima anche Zelensky, che alla Lega araba dice: «Aprite gli occhi». Via libera di Biden agli F16 per Kiev: piloti ucraini addestrati dagli europei

Il G7 avverte Cina e India: «Non aiutate più Mosca». Via libera di Biden agli F16 per Kiev: piloti ucraini addestrati dagli europei
di Francesco Bechis
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Venerdì 19 Maggio 2023, 23:46 - Ultimo aggiornamento: 21 Maggio, 16:15

Niente pace senza «il ritiro incondizionato» delle truppe russe dall’Ucraina. Avanti con le sanzioni a Mosca e a chi «sostiene il suo sforzo bellico». Ma anche con l’invio di nuovi aiuti militari a Kiev: gli Stati Uniti, ha annunciato ieri il presidente Joe Biden, addestreranno i piloti ucraini per i jet da combattimento F-16. 

Jet e sanzioni

Da Hiroshima i leader del G7 avvisano Vladimir Putin e i Paesi che indirettamente finanziano la macchina da guerra del Cremlino, a partire da Cina e India. E tracciano una roadmap per i negoziati: non sarà l’aggressore ma l’aggredito a indicare una via d’uscita dal conflitto iniziato più di un anno fa, è il messaggio che i sette “grandi” del mondo industrializzato e occidentale consegnano allo zar. L’invasione russa, tuonano in una nota comune, è «una guerra di aggressione illegale, ingiustificata e non provocata». Uno ad uno, di prima mattina, arrivano al Memorial Palace Museum, il cenotafio che ricorda le vittime della bomba atomica, allestito di fronte ai resti dell’Atomic Bomb Dome, il palazzo colpito dall’ordigno. 
Accolta dal premier giapponese Fumio Kishida e sua moglie li precede Giorgia Meloni, unica premier donna, con lei Biden e Justin Trudeau, Emmanuel Macron e Olaf Scholz, Rishi Sunak e insieme i capi di Commissione e Consiglio europeo, Ursula von der Leyen e Charles Michel. È qui, nella città natale di Kishida ancora incupita dallo spettro nucleare, che i leader G7 pronunciano una condanna contro la «retorica irresponsabile della Russia» sull’uso di armi atomiche. 

La guerra in Ucraina è la vera protagonista del primo giorno del summit a Hiroshima, la Cina il convitato di pietra. È il primo pomeriggio quando il vertice è scosso da una notizia inattesa: oggi Volodymyr Zelensky atterrerà in Giappone per partecipare di persona al G7.

Dopo una storica tappa a Gedda, in Arabia Saudita - ieri il leader ucraino ha preso la parola al summit della Lega Araba chiedendo di mediare e «aprire gli occhi» sulla guerra - il tour de force diplomatico continuerà a Hiroshima dove è in programma un bilaterale con Biden che Zelensky ringrazierà per una «decisione storica». Ovvero il via libera della Casa Bianca alla fornitura dei tanto agognati F-16 e all’addestramento dei piloti ucraini. Uno sprint insperato alla controffensiva per liberare i territori occupati nell’Est, di cui però restano da chiarire tempi e dettagli. Ma i riflettori sono puntati su altri due incontri in agenda. In Giappone il presidente in tuta mimetica vedrà infatti i presidenti di India e Brasile Narendra Modi e Luiz Inácio Lula. Ed è qui, di fronte ai leader dei due Paesi rimasti neutrali e membri del Brics insieme alla Russia che Zelensky cercherà sponde. Consapevole che staccare il cordone economico e politico che lega l’India e il Brasile alla Russia di Putin sarà una vera impresa.

La stretta

La speranza dei leader G7 riuniti a Hiroshima è allargare il perimetro delle sanzioni contro Mosca e includervi i partner finora rimasti sul crinale. Nei nuovi pacchetti allo studio un’ulteriore stretta sugli acquisti di gas e un colpo a due settori critici per Mosca: da un lato l’export di petrolio, dall’altro il commercio di diamanti. «Non ci fermeranno», la reazione caustica dal Cremlino. Nella stessa direzione si muove l’Ue che, veti permettendo, è pronta ad approvare un nuovo round di sanzioni secondarie per colpire le imprese che hanno eluso le restrizioni e continuano a commerciare con il governo russo. Trattativa delicata, questa, perché nel mirino della Commissione Ue finiranno anche i rapporti con la Cina e ci sono Stati membri - fra questi la Germania di Scholz - più restii di altri a sanzionare le aziende cinesi. A prevalere sarà comunque la linea dura. Nei documenti ufficiali del vertice di Hiroshima il Paese di Xi Jinping non sarà menzionato ma è l’elefante nella stanza del summit. Sull’opportunità di allentare la dipendenza economica da Pechino concordano Stati Uniti e Ue e lo mette in chiaro von der Leyen quando ammette che il “Global Gateway”, il maxi-piano di investimenti infrastrutturali dell’Ue da 300 miliardi, dovrà costituire «un’alternativa alla via della Seta» cinese. Sale dunque il pressing e insieme l’attesa per la decisione dell’Italia sul rinnovo del memorandum firmato nel 2019 dal governo gialloverde, a Palazzo Chigi confidano che gli indugi saranno rotti entro la fine dell’estate. Intanto la sfida cinese occupa lo sfondo del G7 a Hiroshima. Mentre Xi presiede un suo “contro-summit” ospitando in Cina, a Xi’an, i presidenti delle repubbliche ex sovietiche dell’Asia centrale, dal Kazakistan al Turkmenistan, Biden terrà in Giappone, a margine del summit, un incontro con Modi e il premier australiano Albanese, i partner del Quad, l’alleanza di contenimento anti-cinese nel Pacifico. 

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