Russia, migliaia in fuga verso Finlandia e Turchia: social "ripuliti" per passare i controlli

I voli da Mosca per queste mete si sono esauriti in poche ore dopo l'annuncio di Putin

Putin, i russi "fuggono" dalla mobilitazione: Turchia, Georgia e Armenia le mete
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Giovedì 22 Settembre 2022, 12:33 - Ultimo aggiornamento: 23 Settembre, 00:01

Istanbul, Baku, Erevan, Tbilisi, Dubai. Sono queste le destinazioni scritte sui biglietti di chi fugge dalla Russia. Dopo il che Putin ieri mattina, 21 settembre, ha annunciato la mobilitazione parziale dei riservisti in migliaia si sono affrettati a comprare voli per lasciare il paese. Il timore è che presto potrebbero essere chiuse le frontiere soprattutto per gli uomini in età adatta al servizio militare. Un'ipotesi che il ministro della Difesa russo Sergey Shoigu si è affrettato a smentire, sottolineando che la mobilitazione riguarderà solamente 3000mila riservisti e non studenti e soldati di leva.

Ma la paura corre più veloce delle dichiarazioni e mentre le piazze tornano a riempirsi di manifestanti in molti preparano le valigie e organizzano la partenza. Bisogna fare in fretta: sul sito della Turkish Airlines la tratta Mosca-Istanbul ha fatto il tutto esaurito in poche ore. Il primo volo è domenica 25 settembre e costa 172.790 rubli, oltre 2.800 euro. E su internet si moltiplicano associazioni e forum che mettono in contatto gli esuli, come The Ark (l'arca), una rete che aiuta chi vuole fuggire a trovare alloggio e supporto nelle città di destinazione. 

Le mete: Turchia, Armenia e Finlandia

Per i russi che vogliono lasciare il paese le destinazioni preferite sono Turchia, Georgia, e Armenia, perchè consentono ai cittadini russi di entrare senza visto. Secondo Aviasales, il sito web più popolare in Russia per l'acquisto di biglietti aereo, i voli da Mosca per queste mete si sono esauriti in poche ore dopo l'annuncio di Putin. Ma tra le destinazioni ci sono anche le ex repubbliche sovietiche: Azerbaigian, Kazakistan, Uzbekistan e Kirghizistan. In pochi sono riusciti ad acquistare un biglietto per Dubai, che ormai ha costi proibitivi: circa 300mila rubli (5mila euro, 5 volte il salario medio mensile). Per chi vuole spostarsi verso l'Europa, l'unica capitale con collegamenti diretti è Belgrado dato che il governo della Serbia (che non è uno Stato membro dell'Ue) non ha aderito alle sanzioni contro la Russia.  

Tra le opzioni c'è anche la Finlandia dove da ieri si registrano code al confine con la Russia. Oggi la guardia di frontiera ha affermato che in una sola giornata sono "passati" oltre  4.824 russi attraverso il confine sud-orientale. 

Ma per la maggiorparte degli esuli la meta preferita è Istanbul. Già da mesi la città è interessata da un flusso di arrivi dalla Russia. Qui arrivano soprattutto gli attivisti e gli oppositori politici di più alto profilo: nel paese membro della Nato pensano di avere maggiore protezione internazionale e che sia più difficile essere estradati  in caso di processi penali in patria.

Un altro fattore positivo è che rispetto alle piccole Yervan e Tbilisi la megalopoli di Istambul assorbe i nuovi esuli e non fa schizzare i prezzi degli affitti. 

 

Prezzi folli e biglietti introvabili 

Sul sito della Turkish Airlines, al momento, non ci sono biglietti disponibili per i voli Mosca-Istanbul fino a domenica 25 settembre e salire su quell'aereo costa adesso 172.790 rubli, cioè oltre 2.800 euro. Partire per Istanbul lunedì 26 costa invece 81.071 rubli, più di 1.300 euro. Il biglietto più economico dalla Russia a Belgrado venerdì costa quasi 2.900 euro (solitamente il prezzo si aggira tra gli 835 e i 1.945 euro). Dall'inizio della guerra qui si sono spostate le attività di molti imprenditori russi. Prezzi alle stelle anche per Dubai: il primo volo costa 300mila rubli. 

I trucchi per superare i controlli, dai social "ripuliti" al biglietto di ritorno 

Ad andar via sono soprattutto giovani tra i venti e trent'anni con un'istruzione elevata. Alcuni sono oppositori politici, attivisti che rischiano l'arresto, molti sono semplicemente giovani che temono di finire in trincea in Ucraina. Persone che mai prima della guerra avrebbero pensato di lasciare il paese. Le domande alla frontiera sono soprattutto per i più giovani, i ragazzi in età di obbligo militare. Per superare i controlli all'aeroporto di partenza ripuliscono i profili social, comprano biglietti di ritorno per far capire che non si tratta di una partenza definitiva.  

Le organizzazioni che aiutano a scappare 

Chi scappa raramente lo fa da solo, dall'inizio dell'invasione sono nate associazioni che aiutano chi vuole lasciare la Russia. Tra queste The Ark,nata con il sostegno dell’Anti-War Committee del milionario Mikhail Khodorkovsky, ex uomo più ricco della Federazione, e di Garry Kasparov, campione del mondo di scacchi, insieme ad altri personaggi celebri in esilio. L'associazione ha fornito alloggi a oltre 300 esuli tra Istambul e Yervan e offre anche supporto legale e psicologico per migliaia di espatriati.  

Frontiere chiuse verso i paesi Baltici e Polonia

Impossibile invece per i cittadini russi attraversare i confini est dello spazio Shengen: alla mezzanotte del 19 settembre oggi è scattato il divieto di ingresso attraverso i varchi di frontiera di Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia per i cittadini della Federazione russa e della Repubblica di Bielorussia . Anche la Repubblica Ceca non permetterà più l'ingresso ai cittadini di Russia e Bielorussia in possesso di regolare visto Schengen in arrivo negli aeroporti del Paese.

Danimarca e Paesi Bassi hanno invece deciso di interrompere l'emissione di visti di breve periodo per cittadini russi e bielorussi, pur non ponendo limitazioni all'ingresso di chi sia in possesso di regolare visto. 

La Lettonia, ha dichiarato che "Per motivi di sicurezza la Lettonia non rilascerà visti umanitari o di altro tipo ai cittadini russi che si sottraggono alla mobilitazione, né modificherà le restrizioni al passaggio di frontiera imposte dal 19 settembre", si legge nel post del ministro.  

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