Le montagne che si specchiano nelle acque immobili nero-blu dell’Hallstatter See, le case colorate con i balconi di legno e i tetti spioventi, il campanile che si conficca come un ago nel verde dei boschi: non è un caso che Hallstatt, villaggio fatato nella regione austriaca del Salzkammergut sia iscritto al patrimonio mondiale dell’Unesco. Purtroppo per i suoi ottocento abitanti è iscritto anche al patrimonio mondiale delle serie tv, di Disney e dei selfie. Risultato: un milione di turisti l’anno per venirsi a fotografare sul belvedere del villaggio, la cui vista è in effetti mozzafiato, in grado di sciogliere i cuori di pietra. Peccato che i continui clic dei telefonini – al ritmo di centinaia al secondo, per ore, di preferenza al mattino, anche prestissimo, quando la luce è la migliore ma anche di notte quando il clima è più “magico” - abbia distrutto i nervi di chi ha le finestre (bellissime per carità, con imposte di legno deliziosamente dipinte) della stanza da letto che si affaccia sui luoghi del pellegrinaggio. Senza parlare degli schiamazzi delle persone in fila, delle auto, dei pullman. «Non si riesce più a riposare», la lamentela in coro.
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COME ARENDELLE
La decisione di erigere un muro contro i selfie e il turismo di massa è stata soprattutto dimostrativa.
Le cose hanno cominciato a prendere una brutta piega nel 2012, quando un miliardario cinese ha deciso di costruirsi una copia del paese vicino casa sua, a Guangdong. La popolarità di Hallstatt ha fatto un balzo in avanti in tutto il sud est asiatico, esplodendo quando il villaggio è finito in una serie sud coreana e poi quando è sembrato praticamente certo che avesse ispirato il regno di Arendelle di Anna e Elsa in Frozen. A quel punto nessuno ha più potuto arginare il flusso di umani, interessati unicamente al selfie e non più – come vorrebbero le guide turistiche – a visitare i siti di un’antica civiltà celtica che si sarebbe sviluppata proprio sulle rive - quasi dei fiordi - del lago alpino di Hallstatter See più di mille anni prima di Cristo. Una necropoli con circa 2mila tombe si trova infatti vicino al villaggio, proprio accanto a una miniera di sale, tra le più antiche al mondo ancora in fase di sfruttamento. Ma tutto ciò interessa poco i turisti, che secondo gli abitanti sono per lo più convinti che tutto il villaggio sia un museo e non di rado entrano nelle case private in cerca di toilette, convinti che si tratti di locali aperti al pubblico.
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