Francia, in crisi l'Ena la scuola delle elite francesi rischia la bancarotta

La sede dell'Ecole Polytechnique
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Domenica 14 Ottobre 2018, 23:19
Profondo rosso all'Ena, la celebre «Grande Ecole» d'amministrazione, fucina delle elite dello stato e vera e propria «fabbrica di presidenti». Dalle aule di questa istituzione - che presenta un deficit di 2,8 milioni e rischia di fallire in 4 anni - sono usciti Emmanuel Macron, Francois Hollande, Jacques Chirac e Valery Giscard d'Estaing. A squarciare il velo sulla dura realtà di questa sorta di monumento nazionale - dove generazioni e generazioni di dirigenti dello stato hanno imparato a ragionare, a prendere decisioni e a gestire le istituzioni - è stato Le Parisien che, grazie all'opera di un think tank - ha avuto accesso alle segrete cifre: nel 2017, seguendo un trend molto poco virtuoso, l'Ena ha speso 40,8 milioni di euro incassandone 38.

«A questo ritmo - ha spiegato al quotidiano la direttrice del Think tank iFRAP, Agnes Verdier-Molinié - la scuola sarà in fallimento fra 4 anni». Le polemiche, i giudizi al veleno, le invidie per una vera e propria «casta» di studenti selezionatissimi ma destinati tutti alle cariche più prestigiose dello stato, non sono mai mancate. Negli ultimi anni, a più riprese, l'ENA è stata accusata di essere il ricettacolo dei vizi capitali della Francia, come la sua proverbiale ostilità alle riforme e il conservatorismo delle sue classi dirigenti. Dalle aule dell'ENA al Palazzo il passo è breve, ma il rischio più grande è quello di avere un esercito di amministratori dello stato che hanno imparato tutti sugli stessi banchi a ragionare e a dirigere nello stesso modo. A sua difesa, l'ENA - creata nel 1945 per garantire al paese il governo dei «migliori» e una democratizzazione nell'accesso ai vertici - ha posto sempre il merito: ai concorsi di accesso il tasso medio di superamento è del 5,8%. Nel 2017 ci sono stati 1368 candidati ma soltanto 80 sono riusciti a entrare. I problemi che, da diversi anni, hanno condotto la Grande Ecole più celebrata e criticata di Francia a sfiorare il tracollo sono dovuti in gran parte ai costi del personale: 30,9 milioni, praticamente la totalità delle sovvenzioni di stato (31,1 milioni). Pesano poi i mancati o ritardati introiti di grandi debitori, primi fra tutti alcuni «clienti» esteri che mandano i propri dirigenti ad «aggiornarsi» fra i banchi dell'ENA: il Kuwait ha un «pagherò» per 570.000 euro, il Brasile per oltre 30.000 euro, la Repubblica Dominicana per 22.588, la Giordania per 7.268. Pesano poi, ma qui si tratta di una tradizione intoccabile, gli «stipendi» pagati agli allievi. I quali (117 in media per ogni 'promotion', ossia la nuova leva di ogni anno) incassano 1.682 euro lordi per sgobbare sui libri, oltre a vedersi garantito il «tutto spesato» per i periodi di stage e addestramento nelle varie istituzioni (prefetture, uffici dello stato, organi di governo, ecc.): in tutto, all'ENA i futuri governanti del Paese costano un milione e mezzo di rimborsi spese, escluso lo stipendio.

«Penso che l'ENA - spiega la direttrice del think-tank - dovrebbe proporre ai propri allievi un caso pratico: risanare le proprie finanze.
Se i migliori cervelli della Republique non trovano soluzioni per mettere a posto i conti, c'è da preoccuparsi...»
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