È stato arrestato con la pesante accusa di aver ricevuto pagamenti dall’oligarca russo Oleg Deripaska per depennare il suo nome dalla lista dei fedelissimi di Vladimir Putin colpiti dalle sanzioni americane. Charles McGonigal, ex responsabile dell’antiterrorismo dell’ufficio dell’Fbi di New York, è stato fermato all’aeroporto John Fitzgerald Kennedy sabato scorso di rientro da un viaggio in Sri Lanka. Insieme a McGonigal - che ha lasciato l’Fbi nel 2018 - è stato arrestato anche l’ex diplomatico russo, divenuto cittadino americano, Sergey Shestakov.
Sanzioni
I due - è l’accusa del autorità americane - hanno lavorato per cercare di rimuovere le sanzioni imposte a Deripaska, miliardario russo che è stato cliente di Paul Manafort, l’ex manager della campagna di Donald Trump.
Controspionaggio
I presunti crimini di McGonigal, secondo il Washington Post, rappresenterebbero una sconfitta per il Dipartimento di giustizia, impegnato in una stretta delle sanzioni economiche sui ricchi russi dopo l’invasione dell’Ucraina. Inoltre, in qualità di alto funzionario del controspionaggio dell’Fbi, McGonigal ha avuto accesso a una straordinaria quantità di informazioni sensibili, comprese potenziali indagini su spie straniere o cittadini statunitensi sospettati di lavorare per conto di governi esteri. Un ex funzionario ricorda che McGonigal ha lavorato con la Cia su questioni di controspionaggio. Di certo ha avuto accesso a informazioni riservate, incluso un elenco allora segreto di cittadini russi nel mirino delle sanzioni da parte dell’Office of foreign assets control. Tale elenco, spiega il Dipartimento di Giustizia, includeva Deripaska prima che le sanzioni fossero effettivamente imposte. McGonigal è stato arrestato da agenti dell’ufficio nel quale ha lavorato per 22 anni, raggiungendo una delle più importanti posizioni di controspionaggio nel governo degli Stati Uniti.
Libero su cauzione
Il direttore dell’FBI Christopher A. Wray ha dichiarato come il caso abbia dimostrato che la polizia federale degli Stati Uniti ha fatto il suo dovere. «Il modo in cui manteniamo la fiducia del popolo americano è attraverso il nostro lavoro, mostrando, quando emergono i fatti, che ci siamo attenuti all’inchiesta e abbiamo trattato tutti allo stesso modo. Anche quando l’indagato è uno dei nostri», assicura Wray. «Ci atteniamo agli standard più elevati e la nostra missione è sempre prioritaria». Nella breve udienza di lunedì, tramite il suo avvocato McGonigal si è dichiarato non colpevole ed è stato rilasciato su cauzione.