Russia, emoticon per aggirare la censura: così i messaggi in codice organizzano la protesta

Dopo le indiscrezioni sui piani per una disconnessione dall'Internet globale, Mosca sembra sempre più intenzionata a perseguire il progetto di una cortina di ferro tecnologica

Russia, emoticon per aggirare la censura: così i messaggi in codice organizzano la protesta
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Giovedì 10 Marzo 2022, 16:35 - Ultimo aggiornamento: 13 Marzo, 08:21

Dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, in Russia ha cominciato a diffondersi un moto di protesta. Migliaia di manifestanti sono scesi in piazza per opporsi al conflitto e la risposta del Cremlino è stata dura: sono, infatti, più di 3.500 le persone arrestate nei territori dell'ex Unione Sovietica per aver espresso il loro dissenso. A renderlo noto è stato lo stesso ministero degli Interni russo citato dall'agenzia di stampa Interfax. Solo a Mosca 1.700 manifestanti sono stati fermati. A San Pietroburgo, città natale di Vladimir Putin, sono invece state arrestate 750 persone, su un totale di 1.500 che sono scese in piazza. Eppure, come sempre succede sotto i la morsa della censura, in molti hanno escogitato nuovi mezzi per comunicare e organizzare il dissenso. È così che una sequenza di emoticon può diventare un formidabile e ingegnoso strumento per aggirare il controllo del Cremlino. 

Emoticon, le sequenze in codice 

I codici, ovvero sequenze di simboli che hanno un significato leggibile solo a chi capisce come interpretarli, esistono da sempre. E rinnovano la loro efficacia ogni volta che qualcuno si trova nella necessità di comunicare con altri senza che terzi scoprano i contenuti del dialogo. Le emoji sono diventate un prezioso alleato dell’opposizione. Che utilizzandole in forma di codice organizza incontri e manifestazioni, o dialoga su argomenti che – se scritti in modo esplicito – metterebbero seriamente nei guai mittente e ricevente. Un esempio di codice con emoji Le sequenze di emoji usate in Russia per comunicare senza essere intercettati sono svariate.

Una è arrivata sino a noi. E mostra una stringa di emoji con un uomo che cammina, tra le quali compaiono un busto del poeta Aleksandr Sergeevič Puškin e un numero 7. Il significato è semplice: in questo modo si è organizzata una manifestazione in piazza Puškin alle ore 7 del giorno prestabilito.

La stretta sulla tecnologia 

Dopo le indiscrezioni sui piani per una disconnessione dall'Internet globale, Mosca sembra sempre più intenzionata a perseguire il progetto di una cortina di ferro tecnologica per supplire con mezzi autarchici a software, dispositivi e servizi tagliati dalle sanzioni occidentali. Mentre Twitter - bloccato nel paese - lancia un versione della piattaforma su Tor, programma molto usato dai cittadini russi, che può aiutare a eludere blocchi e censure. Il processo di 'sovranizzarè la tecnologia per staccarsi dall'Occidente è in atto da tempo. Mosca, in forza di una legge, dal 2019 ha costruito una sua intranet 'RuNet' con cui potrebbe rendersi autosufficiente dall'Internet globale, anche se pochi giorni fa ha smentito piani di disconnessione; ha un suo social network Vkontakte sotto il controllo di aziende filo governative (gli utenti attivi sarebbero poco più di 100 milioni); ha creato il suo motore di ricerca Yandex su cui fa filtrare le informazioni e la pubblicità (che ora però rischia il default per le sanzioni); ha approvato il divieto di vendita di dispositivi privi di app russe preinstallate; prova sistematicamente a lanciare smartphone 'fatti in casà, al momento però senza grande successo. In occasione della decisione di Apple e Samsung di tagliare i ponti con il paese, due deputati della Duma, Maria Butina e Denis Maidanov, sono tornati alla carica lanciando un appello ai cittadini russi a usare i telefoni AYYA T1, sviluppati dalla compagnia locale (e filogovernartiva) Smartecosystem. 

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