La Russia schiera elicotteri d'attacco a est, il New York Times: «Presto l'offensiva, sarà lunga e sanguinosa»

Le forze di Mosca si preparano per l'assalto al Donbass, che non ha una data d'inizio ma potrebbe durare a lungo

La Russia schiera elicotteri d'attacco a est, il NYT: «Presto l'offensiva, sarà lunga e sanguinosa»
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Sabato 16 Aprile 2022, 11:41

L'offensiva russa, che ha preso nuovo vigore ieri, anche in risposta all'affondamento dell'incrociatore Moskva, nave ammiraglia della marina di Mosca nel Mar Nero, ha preso di mira le principali città ucraine, a partire dalla capitale Kiev dove le sirene hanno risuonato nella note ed in mattinata è stata bombardata una fabbrica di carri armati in periferia. 

A est, dopo il convoglio di 12 chilometri diretto a Kharkiv, l'ultima novità sono una serie di elicotteri d'attacco schierati al confine orientale dell'Ucraina.

L'esercito sta formando le linee d'assalto, per quello che sarà lo scontro cruciale della guerra. Gli analisti militari del "New York Times", spiegano che potrebbero passare «settimane» prima che Mosca completi il consolidamento delle sue forze, ma quando tutto sarà pronto l'offensiva sarà «lunga e molto, molto sanguinosa».

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Come sta andando la guerra

L'Ucraina fa sapere che i militari morti nel conflitto hanno superato quota 20.000 (quota non confermata dalla Russia). L'assalto a Kiev, per il momento, è accantonato ma continuano i bombardamenti dall'alto. L'offensiva russa continua principalmente a Sud, dove Mariupol sta per cadere in mano degli invasori e la resistenza sta per alzare bandiera bianca. 

La polizia ha diffuso la notizia che sarebbero stati quasi tutti giustiziati a colpi di pistola i 900 civili trovati nella regione che circonda Kiev. I corpi, sul 95% dei quali sono state trovate ferite da arma da fuoco, sono stati abbandonati nelle strade o hanno ricevuto sepolture sommarie. Nella regione di Zaporizhzhia, invece, le autorità locali denunciano che dall'inizio dell'invasione le forze russe hanno rapito più di 30 tra sindaci e deputati locali.

«La maggior parte, più di venti, sono già stati rilasciati. Alcuni di loro hanno lasciato i territori occupati, altri restano al lavoro, non conosciamo il destino del resto di loro», ha detto il capo dell'amministrazione militare regionale, Oleksandr Starukh.

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