Elezioni Israele, exit poll: Netanyahu avanti su Benny Gantz, è a un passo dalla maggioranza

Elezioni Israele, exit poll: Netanyahu avanti su Benny Gantz
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Lunedì 2 Marzo 2020, 21:30 - Ultimo aggiornamento: 22:24

Il Likud di Benyamin Netanyahu torna a essere il primo partito di Israele con 37 seggi, ribaltando i pronostici della vigilia e l'ultima tornata elettorale dello scorso settembre. Il suo grande avversario, Benny Gantz, leader del centrista Blu-Bianco, si ferma a 32 seggi, secondo i primi exit poll diffusi dalla tv Canale 13 alla chiusura delle urne. 

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Tuttavia il blocco di destra si fermerebbe a 60 seggi, mentre la maggioranza della Knesset è di 61. Lo stesso quorum avrebbe il centrosinistra se Avigdor Lieberman con i suoi preziosi 8 seggi decidesse di unirsi a Gantz, arrivando così a 60 scranni. La partita di queste elezioni - le prime al tempo del coronavirus in Israele, con 18 seggi speciali dedicati agli oltre 5.600 israeliani in quarantena - sembra quindi essere ancora bloccata anche se, innegabilmente, il risultato di stasera - se sarà confermato dai dati reali - è un trionfo per Netanyahu che il 17 marzo dovrà affrontare in tribunale il processo per le accuse gravissime di corruzione, frode e abuso di potere. Il quadro che esce dal voto - confermato anche da altri exit poll - pare dunque più certo rispetto alle precedenti tornate elettorali ma ancora non chiaro, anche se è possibile che dallo spoglio reale possa uscire quel seggio che manca attualmente alla destra. Oppure nelle trattative con i partiti che sicuramente nei prossimi giorni Netanyahu comincerà per portare a casa quell'unico scranno che al momento lo divide dalla vittoria completa, e eclatante, che il terzo voto in un anno gli ha regolato.

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Altro dato rilevante in Israele è l'alta affluenza registrata questa volta (la più alta dal 1999) rispetto alle ultime due: è riuscita a sconfiggere sia l'apatia sia la paura dell'infezione da Covid-19. Dall'esito di stasera è più probabile che esca quindi un nuovo governo. A stigmatizzare cosa sarebbe accaduto se si fosse andati ad una quarta elezione era stato d'altra parte lo stesso presidente Reuven Rivlin che non ha mancato di manifestare, subito dopo il voto, «vergogna» per la caduta di tono dalla campagna elettorale appena conclusasi. «Di norma questo dovrebbe essere un giorno lieto - ha scritto su Twitter - ma io non provo alcun senso di festa. Provo solo forte vergogna nei vostri confronti, cittadini di Israele». «Non ci meritiamo - aveva ammonito - un'altra campagna elettorale altrettanto terribile e sporca come quella conclusasi oggi. Non ci meritiamo un altro periodo di instabilità senza fine. Ci meritiamo un governo che lavori per noi. Per cui faccio appello affinché andiate a votare». Parole a cui ha fatto eco Benny Gantz, lo sfidante principale del premier.

«Spero che da oggi - ha detto - cominci un processo di guarigione e che possiamo cominciare a vivere insieme uno accanto all'altro».

A dire il vero sono stati tutti i leader, da Netanyahu a Gantz, a spingere gli elettori alle urne nel tentativo di sbloccare l'impasse e dare una risposta chiara per formare il nuovo governo. Un appello che ha tenuto conto anche del coronavirus (12 i casi in Israele, di cui uno guarito). Netanyahu aveva sottolineato che «non c'è nulla da temere» perché «facciamo tutto il dovuto per avere cura della salute». Sono stati dunque predisposti 18 seggi per gli israeliani che si trovano in quarantena. E si è prorogato dalle 17 alle 19 il tempo di apertura proprio per dare modo a tutti di votare, viste le code che si sono formate a causa della lentezza con cui sono avvenute le operazioni di voto per le varie procedure di sicurezza usate, tra cui l'uso dei disinfettanti.

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