Elezioni Grecia, come cambia l'Europa che si sposta sempre più a destra (e cosa cambia per il governo Meloni)

Manca un anno alle elezioni: si voterà tra il 6 e 9 giugno 2024

Elezioni in Grecia, come cambia l'Europa che si sposta sempre più a destra (e cosa cambia per il Governo Meloni)
di Stefania Piras
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Lunedì 22 Maggio 2023, 12:35 - Ultimo aggiornamento: 16:35

Vincono i conservatori in Grecia. Ed è una vittoria schiacchiante perché il partito del primo ministro Kyriakos Mitsotakis, Nuova Democrazia, ha ottenuto il miglior risultato dal 2007, cioè più del 40% dei voti staccando di ben 20 punti il partito di sinistra Syriza. Terzo partito: il Pasok che ottiene l'11,5%. L'Europa si sposta a destra? I giornali di sinistra greci parlano del vento di Giorgia Meloni e Marine Le Pen che soffia sulla Grecia. Ma che sponda può arrivare davvero da queste elezioni per Meloni e il suo progetto elettorale europeo? 

Elezioni Grecia 2023, Mitsotakis vince: per i Conservatori è il miglior risultato dal 2007

Elezioni europee, il progetto di una nuova maggioranza 

La premier, si racconta da mesi, sta lavorando a un'alleanza europea fra Popolari, che sono la principale forza politica del Parlamento europeo e della Ue, ed Ecr, il gruppo dei conservatori europei dove ci sono tre partiti espressione di tre governi sovranisti (l'italiana Meloni, il polacco Morawiecki e il ceco Petr Fiala). Questo progetto può passare anche da Atene? Manca un anno alle elezioni: si voterà tra il 6 e 9 giugno 2024. Si deciderà se cambiare o no i connotati alla maggioranza Ursula che vede Popolari e socialisti insieme.

E quella che dalle parti di FdI considerano contronatura e definiscono «promiscua». 

Tajani si complimenta con Mitsotakis: «Avanti nel solco del Ppe»

Due notizie collaterali: il primo a festeggiare per l'ex dirigente bancario 55enne Mitsotakis, ieri sera, è stato in realtà il ministro degli esteri Antonio Tajani che parla di un successo importante per affrontare «le sfide europee, a cominciare da quelle nel Mediterraneo, nel solco della famiglia Epp». Nea Dimokratia aderisce infatti al Partito Popolare Europeo. E poi, guardando ai perdenti, queste elezioni dicono anche un 'altra cosa: Syriza, dalle prime analisi, ha perso tentando di contaminarsi al centro e che il partito di Varoufakis non entra nemmeno in Parlamento. 

Ma nonostante questo, il progetto di una maggioranza di destra in Europa è tutta da comporre, e verificare. È alta per le ambizioni di tutti. Il numero magico da raggiungere in Europa è quello di 353 seggi. Questa è la soglia che deve raggiungere un'alleanza di forze europeeMeloni sta tentando di avvicinare Conservatori riformisti e Popolari. Si arriva a circa 300 parlamentari se si aggiungesse alla formazione anche l'estrema destra di Identità e democrazia, il gruppo dove ci sono il Rassemblement National di Le Pen e gli eurodeputati della Lega di Salvini (però nell’ultimo consiglio federale il Carroccio si è diviso proprio sulla collocazione europea). 

L'editoriale di Le Figaro: Meloni e i Fratelli d'Europa

E se non si raggiungesse la maggioranza? Servirebbe un allargamento ad altre forze ancora. I Liberali di Renew? Molto difficile, se non impossibile, che Macron dia il via libera a un'alleanza con Le Pen, considerata dal partito di Macron, la Meloni francese. Un ritratto smentito da alcuni osservatori politici: leggere per credere l'editoriale di oggi del Figaro che titola «L'Italia di Giorgia Meloni o Fratelli d'Europa» in cui si argomenta che la premier ha «smentito gli oracoli che prevedevano un inevitabile fallimento». Secondo l'editorialista Nicolas Baverez, «il primo merito di Meloni consiste nell'aver accettato la realtà consistente nel fatto che l'Italia, incapace di trattare i propri mali, può salvarsi solo attraverso l'Europa». 

Il tema della minaccia e dello spauracchio dell'avversario è molto in voga. In Grecia, questi giorni, è andato in scena un siparietto simile, con Varoufakis che minacciava l' "orbanizzazione" del paese per mano di Mitsotakis. Nel frattempo in questi anni i debiti con il Fondo Monetario Internazionale sono stati estinti anticipatamente e in Grecia sono arrivati 300 miliardi di dollari di prestiti d'emergenza tra il 2010 e il 2018 per evitare il fallimento. 

Il centro gravitazionale

Il centro gravitazionale, il prossimo anno potrebbe, quindi, ancora essere il Ppe. In Grecia, in fondo, la partita si è giocata molto al centro. Le elezioni europee sono un altro match, diverso dalle competizioni nazionali.

Le analisi, a caldo e a sinistra, della campagna fallimentare dell'ex premier Alexis Tsipras descrivono un partito che ha puntato sulla presunta fine del ciclo Mitsotakis con slogan come "Se ne va", "Nuova Democrazia sta finendo". E mentre lo diceva apriva al centro, allo "spazio di mezzo", adottando nelle liste elettorali esponenti del governo Karamanli o del vecchio Pasok. Gli viene insomma "rimproverato" di essersi ammorbidito proprio per intercettare il voto degli elettori centristi. Eppure, anche la politica del suo ex ministro delle Finanze Yannis Varoufakis non ha premiato. Non hanno pagato le sferzate sui respingimenti illegali denunciati dal Nyt di un gruppo di migranti, tra cui bambini, nell'isola greca di Lesbo. Varoufakis non ha proprio raggiunto la soglia di sbarramento. Con un'affluenza alle urne del 60%, crescono i comunisti ed entra in Parlamento Soluzione greca (Elliniki lisi), un partito di estrema destra, iscritto al Gruppo europeo Ecr. 

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