Il direttore esecutivo dell’Ong Egyptian Initiative for Personal Rights (EIPR), Hossam Bahgat, ha denunciato giovedì l’arresto di due zii dell’ex parlamentare e membro dell’opposizione Ahmed Al-Tantawy, possibile candidato alle elezioni del 2024 in Egitto. A parlare di una vera e propria ondata di arresti è anche il quotidiano panarabo con sede a Londra “Al Araby al Jadeed”.
L’ex deputato aveva già annunciato a marzo l’intenzione di tornare dal Libano in questi giorni e candidarsi alle prossime elezioni presidenziali. Sarebbe dovuto rientrare nel Paese oggi, ma visti gli ultimi eventi, ha evitato che si radunasse gente ad attenderlo in aeroporto e ha posticipato di qualche giorno.
Le forze di sicurezza, oltre agli zii, hanno anche arrestato almeno altri 10 uomini ritenuti sostenitori di Al-Tantawy. Intanto i pubblici ministeri hanno ordinato la detenzione di tutte e 12 le persone per quindici giorni in attesa di indagini.
Nel mese di agosto 2022, Al-Tantawy ha lasciato l’Egitto per il Libano dopo aver rassegnato le dimissioni dal partito al-Karama. In campo anche Human Rights Watch che documenta lo schema delle rappresaglie delle autorità egiziane contro le famiglie degli oppositori.
C’è una rabbiosa campagna sui social media a sostegno del potenziale candidato alla presidenza dopo che i suoi amici e parenti sono stati arrestati.
Il Centro per gli studi sui diritti umani del Cairo ha dichiarato, dopo questi ultimi arresti, che l’integrità e la libertà delle prossime elezioni presidenziali sono impossibili, indicando che «Al-Sisi raccoglie tutte le risorse e i corpi dello Stato nelle sue mani».
In un messaggio sulla sua pagina Facebook in cui faceva gli auguri di Ramadan a tutti i fedeli musulmani, Al-Tantawi aveva annunciato che è suo “dovere rappresentare l’alternativa democratica di cui l’Egitto ha bisogno” e che “il popolo lo apprezza”. Ora bisognerà solo aspettare i prossimi eventi.
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