Islamico getta dal balcone un'ebrea, assolto: era drogato. Proteste a Parigi

Islamico getta dal balcone un'ebrea, assolto: era drogato. Proteste a Parigi
di Francesca Pierantozzi
2 Minuti di Lettura
Martedì 7 Gennaio 2020, 09:36
PARIGI La notte tra il 3 e il 4 aprile 2017 il 27enne Kobili Traoré, scavalcò il balcone della vicina Sarah Halimi, 67 anni, al terzo piano di un anonimo palazzo di Belleville, la svegliò gridando Allah Akbar, la massacrò di botte recitando versi del Corano e poi la finì buttandola dalla finestra: «Ho ammazzato lo sheitan, il diavolo», disse ai poliziotti. I giudici hanno stabilito che fu omicidio con l'aggravante antisemita, ma Traoré, musulmano, famiglia originaria del Mali, non sarà processato: «Non era in grado di intendere e volere, ha agito in preda a un accesso di delirio dopo aver consumato cannabis». Insomma più pazzo e fumato che antisemita.

New York, attacco alla casa di un rabbino con un machete: ferite cinque persone. Due sono gravi. Cuomo: «È terrorismo interno»

SETTE PERIZIE
La decisione della corte di appello di Parigi è arrivata dopo sette perizie psichiatriche il 19 dicembre e da allora la rabbia le proteste della comunità ebraica (circa 500mila persone, la più importante in Europa) non si placano. Fatto rarissimo, il Rabbino capo Haim Korsia ha scritto una lettera aperta alla ministra della Giustizia Nicole Belloubet per condannare una decisione che equivale «a una licenza di uccidere gli ebrei».

Negli ultimi giorni si sono moltiplicate le manifestazioni, soprattutto a Parigi e a Marsiglia. In place de la République, davanti a due striscioni rosso sangue con la scritta Giustizia per Sarah, Uccisa perché ebrea c'era anche lo scrittore Marek Halter: «Hanno introdotto una nuova giurisprudenza». L'emozione è forte in un paese in cui gli atti antisemiti sono aumentati del 74 per cento nel 2018 secondo il Consiglio delle istituzioni ebraiche, e probabilmente ancora molto nel 2019, anche se mancano ancora i dati definitivi. Dopo gli attacchi a Charlie e all'Hypercacher circa 8mila ebrei francesi hanno fatto la loro Aliya, e si sono trasferiti in Israele nel 2015, un record. Negli ultimi anni, è soprattutto una migrazione interna che hanno scelto molti, per lasciare quartieri considerati ormai invivibili per chiunque indossi una kippah. Il fratello di Sarah Halimi, William, ha denunciato «incoerenze e disfunzionamenti» nell'inchiesta: Sarah ha detto - è stata vittima di un crimine religioso antisemita.

Due noti avvocati parigini, entrambi ebrei, Emmanuel Tordjman et Maud Touitou, hanno scritto una lettera aperta al rabbino capo per invitare a «non avere paura dei giudici». I due penalisti sottolineano come ben sette diverse perizie psichiatriche abbiano portato a dichiarare «penalmente irresponsabile» Kobili Traoré che resta internato nel reparto psichiatrico dell'ospedale Villejuif: il suo stato non è mai stato considerato compatibile con il carcere.
© RIPRODUZIONE RISERVATA