Droni su Mosca, cosa è successo? Il Cremlino: «Attentato a Putin, lui non c'era». I video da verificare

Lo zar illeso, era nella residenza fuori la Capitale. Minacce di morte a Zelensky. Parolin: la missione di pace si farà

Droni su Mosca, cosa è successo? Il Cremlino: «Attentato a Putin, lui non c'era». I video da verificare
di Cristiana Mangani
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Giovedì 4 Maggio 2023, 00:03

Due droni che puntano dritti sul Cremlino e vengono distrutti dalle difese elettroniche poco prima di raggiungere l’appartamento privato di Vladimir Putin. Una cosa mai vista prima, ripresa da diversi video che hanno fatto il giro del mondo. E ora tutti a valutare di chi sia la strategia e se si tratti di un attacco ucraino, oppure di una “false flag” di Mosca, un’operazione organizzata dall’apparato russo per far ricadere la colpa su altri, proprio in vista dell’escalation militare di Kiev. Qualcosa, insomma, che possa giustificare una offensiva ancora più massiccia da parte del Cremlino, magari con l’aiuto di stati a loro vicini. Mosca ha reagito definendo l’episodio come un «attacco terroristico» da parte dell’Ucraina, messo a segno con il deliberato intento di uccidere Putin. «Ci riserviamo il diritto di adottare misure di ritorsione dove e quando lo riterremo opportuno», hanno avvertito, mentre Kiev è tornata a essere bersaglio dei razzi nemici. L’ex capo di Stato, Dmitry Medvedev ha alzato il tiro promettendo «l’eliminazione fisica» di Volodymyr Zelensky, che ha paragonato a Hitler. Un paragone al quale il presidente ucraino ha risposto respingendo le accuse: droni e tentativi di assassinio sono solo «manipolazioni» messe in scena dalla Russia per coprire la sua debolezza sul terreno. «Noi non attacchiamo Putin o Mosca», ha assicurato Zelensky, aggiungendo che Kiev intende «lasciare» il leader russo al giudizio di una Corte internazionale. E il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak gli ha fatto eco: Putin è solo alla ricerca di un pretesto per scatenare «un attacco terroristico su larga scala».

Droni sul Cremlino, Putin non c'era

Qualora i droni avessero raggiunto l’alloggio privato dello zar non lo avrebbero trovato, perché - come ha detto il portavoce Dmitry Peskov - «era al lavoro dalla residenza di Novo Ogarevo, alle porte di Mosca». Alcuni frammenti sono, però, caduti all’interno delle mura fortificate, opera dell’architetto italiano Aristotele Fioravanti. Uno sfregio senza precedenti dalla Seconda guerra mondiale, quando le bombe naziste si abbatterono sul complesso presidenziale. 
Sulla vicenda è intervenuta anche la Ue che ha avvertito la Russia: «Stiamo cercando di ottenere maggiori informazioni su ciò che è realmente accaduto. I presunti attacchi con i droni non devono essere usati come pretesto per un’ulteriore escalation della continua aggressione della Russia al di fuori dei suoi confini», ha dichiarato Peter Stano, portavoce della Commissione europea. E da Washington il segretario di Stato Antony Blinken ha fatto sapere che gli Usa al momento non possono confermare nulla, esortando a «prendere con le pinze» le notizie che arrivano da Mosca. 
Nella capitale russa tuttavia il timore si è diffuso per possibili clamorosi attacchi mentre si sta avvicinando la data del 9 maggio, anniversario della vittoria sul nazismo nella Seconda guerra mondiale.

In diverse città sono state annullate le tradizionali parate militari, ma non sulla Piazza Rossa, dove tutto si svolgerà come da programma. Su Mosca e San Pietroburgo sono stati vietati da ieri i voli di droni.

 

Le due sagome

Cosa è successo realmente due notti fa a Mosca? Un video comparso su un canale Telegram alle 2,37 ora locale di mercoledì mostra il fumo sul Cremlino. I media russi hanno cominciato a parlarne dopo 12 ore. In seguito è circolato un altro video che ha mostrato il momento dell’esplosione. Nello stesso filmato si vedono due persone che sembrano arrampicarsi sulla cupola con in mano delle torce. Nessuna delle due sagome compariva nel primo filmato, e questo potrebbe voler dire che sono intervenute per spegnere la fiammata e si sono trovate davanti il secondo drone.
La drammatica giornata ha visto anche 16 persone uccise nei bombardamenti russi sulla regione di Kherson, e si era aperta per Mosca con la notizia di un incendio di una cisterna di carburante da 20.000 metri cubi provocato dall’impatto di un drone in un deposito sul Mar d’Azov. Nel pomeriggio è stato reso noto il ritrovamento di un altro drone precipitato solo a un centinaio di chilometri a sud-est di Mosca, nell’area di Kolomna. I combattimenti, dunque, non accennano a diminuire, mentre proseguono i negoziati per la pace. Ieri il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, ha confermato l’impegno del Vaticano: i contorni non sono ancora chiari - ha chiarito -, ma una cosa è certa, la missione della Santa Sede per la pace tra Russia e Ucraina, annunciata dal Papa durante il volo di ritorno da Budapest, «si farà». «Mi sorprende che Kiev e Mosca abbiano detto di non esserne a conoscenza. Ci sarà la missione e sarà annunciata quando sarà pubblica».

Il capo della Wagner 

Sull’attacco al Cremlino ha detto la sua Yevgeny Prigozhin, capo della compagnia militare privata Wagner, impegnata in prima linea nella battaglia del Donbass: l’arrivo dei droni su Mosca, insieme a «un grandissimo aumento dell’attività dell’aviazione nemica e lungo la linea di contatto», sono il segno che la controffensiva ucraina «è già cominciata». Su Telegram qualche ora prima aveva ironizzato: «Forse è stato un fulmine».

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