Il drone MQ-9 Reaper americano abbattuto sul Mar Nero: sensori, telecamere e armi, ecco come funziona

Il velivolo pilotato a distanza, impiegato essenzialmente per la sorveglianza, ma può essere anche armato per operazioni di precisione

Il drone MQ-9 Reaper americano abbattuto sul Mar Nero: sensori, telecamere e armi, ecco come funziona
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Mercoledì 15 Marzo 2023, 12:33 - Ultimo aggiornamento: 17 Marzo, 08:59

L'MQ-9 Reaper è un velivolo pilotato a distanza, impiegato essenzialmente per la sorveglianza, ma può essere anche armato per operazioni di precisione. Costa 30 milioni di dollari, variabili in base alle configurazioni, motivo per cui ogni velivolo distrutto in missione comporta una rilevante perdita economica. Nel caso del drone precipitato ieri nello spazio aereo internazionale sopra il Mar Nero, tuttavia, l’aspetto economico è secondario rispetto alle potenziali conseguenze: è stato attaccato da due jet russi, nel primo scontro diretto tra Stati Uniti e Russia dall’inizio della guerra in Ucraina. Un’aggressione che ha sollevato timori di un confronto diretto tra le due superpotenze, con lo spettro del conflitto nucleare.

Rischio escalation

Ma gli analisti dell’Istituto per lo studio della guerra (Isw) sono convinti che «l’incidente tra il drone americano e il jet russo non causerà un conflitto diretto» tra Usa e Mosca. «Dato che il presidente Joe Biden ha ripetutamente parlato del desiderio di evitare un conflitto diretto tra le forze armate statunitensi e la Federazione Russa, e il Cremlino ha chiaramente e ripetutamente dimostrato la sua riluttanza a iniziare una guerra con la Nato, non c'è motivo di credere che tali incidenti possono portare a una pericolosa escalation», hanno riassunto gli analisti americani.

Lo scontro sul Mar Nero ha portato in primo piano l'MQ-9 Reaper, il principale velivolo senza pilota di attacco offensivo per l'aeronautica americana. Grazie al suo significativo tempo di permanenza in quota, ai sensori ad ampio raggio e alle armi di precisione, viene utilizzato per ricognizioni di obiettivi ad alto valore strategico, sorveglianza, supporto aereo ravvicinato, salvataggi in combattimento ma anche attacchi di precisione.

 

Le caratteristiche

L'equipaggio di base del drone è composto da due persone: un pilota qualificato per controllare l'aereo e comandare la missione e uno arruolato per operare su sensori e armi. Portato in volo per la prima volta il 2 febbraio 2001 e originariamente conosciuto come Predator B, il “General atomics MQ-9 Reaper” è un aeromobile a pilotaggio remoto sviluppato dalla General atomics aeronautical systems in uso alla United States Air Force, alla United States Navy, ma anche all'Aeronautica Militare italiana e alla Royal Air Force britannica. Il drone è stato progettato per la sorveglianza a lunga autonomia e a elevate altitudini. Rispetto al precedente MQ-1 Predator, dotato di motorizzazione a combustione interna, l'MQ-9 ha un motore turboelica. E’ dotato di una serie di sensori e telecamere per una videosorveglianza dettagliata, con una capacità di restare sull'obiettivo per ventiquattr’ore, e può trasportare fino a otto missili aria-superficie a guida laser. Il Reaper ha un'apertura alare di 20,1 metri, una lunghezza di undici e un'altezza di 3,8 metri. Pesa (a vuoto) oltre 2.200 chili. Può volare a un'altitudine fino a 15 chilometri e ha un'autonomia di circa 1.400 miglia nautiche (2.500 chilometri). Può essere smontato e caricato in un unico container per essere trasportato in qualsiasi parte nel mondo.

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