Un altro Natale che arriva senza che la sorte dei prigionieri di guerra armeni detenuti nelle carceri azere si sia risolta. Sono ventisei i parlamentari italiani ( di ogni schieramento) che hanno firmato un appello al governo Draghi affinché si impegni a livello europeo per chiedere all'Azerbaigian di rilasciare i prigionieri di guerra e i civili armeni ancora detenuti nel Paese.
«A un anno dalla firma della dichiarazione trilaterale del 9 novembre, la situazione nel Nagorno-Karabakh e ai confini tra Armenia e Azerbaigian rimane tesa a causa del mancato rispetto del cessate il fuoco e delle incursioni di truppe azere nel territorio sovrano della Repubblica di Armenia - sottolineano i firmatari -.
Una vicenda che aveva impegnato anche il Vaticano a chiedere la liberazione di questi militari. Il documento sottoscritto dai parlamentari italiani prosegue: «Ciò accade nonostante la dichiarazione trilaterale del 9 novembre 2020, che mise fine alla guerra, prevedesse lo sblocco di tutte le reti di comunicazione e trasporti della regione. È peraltro di queste ore la notizia che il Tribunale Internazionale dell'Aja ha emesso una sentenza in cui chiede all'Azerbaigian di garantire i diritti dei prigionieri di guerra, di prevenire l'incitamento all'odio razziale nei confronti della popolazione armena e di condannare il vandalismo nei confronti del patrimonio storico e culturale armeno».
La speranza dei parlamentari italiani è che il governo ponga come presupposto del rapporto Unione Europea-Azerbaigian - nell'ambito del Partenariato Orientale - il rilascio dei prigionieri di guerra e civili detenuti con «l'abbandono di retorica provocatoria e militarista a favore di percorsi costruttivi verso un sincero coinvolgimento in negoziati di pace ». Tra i firmatari Enrico Aimi, Paola Binetti, Stefano Borghesi, Andrea Cangini, Massimiliano Capitanio, Emilio Carelli, Laura Cavandoli, Giulio Centemero, Jari Colla, Vito Comencini, Tullio Patassini, Flavia Piccoli Nardelli.
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