Ex dipendente Twitter spiava attivisti e oppositori per l'Arabia Saudita. La condanna Usa (e i timori per l'Expo)

Forniva a un consigliere di Mbs informazioni su account di dissidenti sauditi

Spiava attivisti e oppositori per «conto di Riad». Tre anni e mezzo a ex dipendente di Twitter
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Venerdì 16 Dicembre 2022, 11:39

Un ex dipendente di Twitter, Ahmad Abouammo, è stato condannato a tre anni e mezzo di carcere con l'accusa di aver spiato per conto dell'Arabia Saudita e fornito informazioni sensibili di attivisti e oppositori alle autorità di Riad in cambio di quasi 300.000 dollari.

Lo ha annunciato il dipartimento di Giustizia Usa. Il 45enne cittadino californiano residente a Seattle ha lavorato nel social media dal 2013 al 2015 gestendo i rapporti con i media e gli utenti di alto profilo in Medio Oriente e in Nord Africa. Ad agosto era stato giudicato colpevole da una giuria a San Francisco. L'accusa aveva chiesto sette anni.

LE ACCUSE

Ahmad Abouammo, che lavorava come media partnership manager, aveva avuto incontri con uno stretto consigliere del principe ereditario Mohammed bin Salman in diverse occasioni, ricevendo migliaia di dollari in regali in cambio di informazioni sugli account su Twitter dei dissidenti sauditi. «Questo caso ha mostrato come governi stranieri sono pronti a pagare tangenti per ottenere informazioni sugli utenti che sono conservati dalle nostre società di social media», ha dichiarato la procuratrice federale, Stephanie Hinds. 

I TIMORI PER L'EXPO

Un'accusa che si lega con i timori sull'Expo 2030, che vede candidata Roma ma anche la stessa Riad.

Nei giorni scorsi sul Messaggero sono state diverse le denunce di chi si aspetta trasparenza nella scelta, visto che in ballo c'è un Paese nel quale la trasparenza non è sempre di moda. «Bisogna monitorare con attenzione le mosse dei Paesi interessati: cosa propongono come scambi commerciali, che tipo di alleanze stringono. Ad esempio ho letto che l'Arabia Saudita sarebbe pronta a pagare gli stend all'Expo a quei Paesi che, da soli, non ce la fanno. Ecco, questo ad esempio andrebbe negato», ha detto Raffaele Ranucci, imprenditore, ex senatore, ideatore della lista civica Gualtieri. E anche il sindaco aveva lanciato l'allarme: «Io ho invitato tutti alla massima trasparenza per le scelte per Expo. Lo scandalo Qatar è gravissimo e drammatico. La magistratura sta indagando su episodi apparentemente singoli di corruzione ma sta anche esponendo la fragilità di meccanismi decisionali su eventi che avvengono molto tempo dopo rispetto ad azioni di lobby pressanti nel passato. Questo deve indurre tutti ad una particolare attenzione e rigore, anche le istituzioni internazionali»

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