Prima c'è stato il Covid a far riflettere sull'importanza di valutare il tempo dedicato al lavoro e quello al tempo libero; con il post pandemia sono arrivate le "grandi dimissioni" in inglese “Great Resignation”: dipendenti che si dimettono volontariamente in massa. Ora è arrivato il tempo del "conscious quitting". Una parola d'ordine che si sta diffondendo tra i lavoratori, soprattutto i più giovani, e che fa paura alle aziende.
Conscious quitting, cosa significa
Si tratta dell'abbandono consapevole del proprio impiego: invece di continuare a lavorare facendo il minimo indispensabile, i lavoratori che non sono d’accordo con i valori aziendali, su come si occupano dell'impatto positivo sulla società e sull'ambiente, esprimono il proprio dissenso andandosene.
È quello che si deduce dalla ricerca "From quiet quitting to conscious quitting", condotta su 4.000 lavoratori americani e britannici dal team di Paul Polman, uomo d'affari e scrittore olandese nonché ex amministratore delegato della società di beni di consumo anglo-olandese Unilever e pubblicata su LinkedIn.
Lo studio ha rilevato che la maggioranza (68%) dei dipendenti del Regno Unito non è attualmente soddisfatta degli sforzi aziendali per migliorare il benessere della società e l'ambiente. Questi dipendenti hanno affermato che mentre desiderano lavorare per aziende con una solida esperienza nel fornire un impatto positivo, ritengono che gli attuali sforzi aziendali fossero carenti.
I risultati del sondaggio
Oltre il 75% ha inoltre affermato che gli impegni rivolti al pubblico per affrontare le questioni ambientali e sociali sono diventati criteri chiave nella ricerca di lavori a cui candidarsi. In totale, il 45% ha affermato che prenderebbe in considerazione l'idea di abbandonare e dimettersi da una posizione se i valori aziendali non fossero in linea con i propri.
Questa l'analisi di Polman postata su LinkedIn: «Dimenticate le dimissioni silenziose, stiamo entrando in un'era di dimissioni consapevoli. E il problema con la maggior parte dei consigli offerti ai dirigenti su come attrarre e trattenere i talenti è che manca il quadro completo di ciò che i dipendenti vogliono e di cui hanno bisogno. Non fraintendetemi: hanno assolutamente ragione i numerosi studi che ci dicono che le persone vogliono una retribuzione migliore, più flessibilità e un maggiore benessere. Ma, ad essere sinceri, questo non dovrebbe essere piuttosto ovvio per i dirigenti senior? Senza dimenticare che, oltre al denaro e alla flessibilità, molte persone cercano lavori che offrano soddisfazione, in aziende che stanno cercando di risolvere i problemi del mondo, piuttosto che crearli».