Decathlon lancia il velo islamico da corsa: rivolta in Francia, vendite (per ora) sospese

Decathlon lancia il velo islamico da corsa: rivolta in Francia, vendite (per ora) sospese
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Martedì 26 Febbraio 2019, 20:37 - Ultimo aggiornamento: 21:30
«No al velo islamico da corsa». È bufera sul gruppo Decathlon per l'annunciata commercializzazione in Francia di uno speciale 'hijab' rivolto alle donne musulmane che praticano jogging, footing o più in generale la corsa, già in vendita in Marocco. Nella 'Patria della Laicità', dove il velo è vietato negli uffici pubblici e dove ogni estate suscitano polemiche i burkini in spiaggia, si è subito levata l'alzata di scudi dei politici: dalla République En Marche di Emmanuel Macron fino al Rassemblement National di Marine Le Pen, passando per repubblicani e centristi. Tanto che alla fine il gruppo francese ha ceduto alle pressioni, rinunciando alla vendita del prodotto «fino a nuovo ordine». «Lo sport - aveva protestato poco prima la portavoce della maggioranza, Aurore Bergé (Lrem) - emancipa, non sottomette: la mia scelta di donna e di cittadina sarà di non fare più affidamento su un marchio che spezza i nostri valori».

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LE OPINIONI
Per la ministra della Salute, Agnès Buzin il copricapo da corsa non viola la legge: tuttavia, ha puntualizzato ai microfoni di Rtl, rappresenta «una visione della donna che non condivido».
Più comprensiva, invece, la ministra responsabile per lo Sport ed ex campionessa di nuoto di origini rumene, Roxana Maracineanu, secondo cui un'azienda privata «può fare ciò che vuole»: l'hijab da jogging è un «indumento accettabile», considerato anche che «la pratica sportiva può favorire l'integrazione sociale». Fortemente opposta la portavoce dei Républicains, Lydia Guirous, secondo cui così si rinnegano «i valori della nostra civiltà sull'altare del mercato e del marketing», 
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