Darya Dugina, la morte della figlia di Dugin spaventa l'Ucraina. Zelensky: «Temo cose terribili per il 24 agosto»

Il presidente ucraino ha blindato la data del 24 agosto, giorno dell’Indipendenza dell’Ucraina

Darya Dugina, la morte della figlia di Dugin spaventa Zelensky: «Temo cose terribili per il 24 agosto»
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Domenica 21 Agosto 2022, 17:57 - Ultimo aggiornamento: 22 Agosto, 11:52

Dopo l’attentato costato la vita a Darya Dugina, 30 anni, figlia dell’ideologo di Putin, Aleksandr Dugin, ora si teme un’escalation della violenza. Tanto che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha blindato la data del 24 agosto, giorno dell’Indipendenza dell’Ucraina. Mosca, intanto, ha aperto un’indagine proprio sull’esplosione: l’auto della figlia di Dugin è saltata per aria ieri sera, nella periferia di Mosca. «Dovremmo essere consapevoli del fatto che questa settimana la Russia potrebbe provare a fare qualcosa di eclatante», ha detto il presidente ucraino.

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Il timore è che vengano organizzare nuovi assalti in concomitanza con il giorno dell’Indipendenza.

Nell’area nord-orientale di Kharkiv il governatore Oleh Synehubov ha introdotto restrizioni alla circolazione e un coprifuoco di 36 ore a partire dalla vigilia della giornata: da martedì fino alle prime ore del mattino di giovedì. Sull’auto che trasportava Darya Dugina ci sarebbe dovuto essere anche il padre. Nelle foto circolate subito dopo l’esplosione si vede Dugin tra i resti della macchina incendiata mentre si tiene la testa tra le mani.

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«Una guerra santa contro l’Anticristo e il satanismo» rappresentato dal «moderno sistema di valori occidentali»: Dugin aveva definito così l’invasione russa dell’Ucraina, «una questione di essere o non essere» che la Russia farà di tutto per vincere, «anche fino a una collisione nucleare». È stato soprannominato il “Rasputin di Putin”, o anche “cervello dello zar”, perché nei discorsi del leader del Cremlino le parole di Dugin sono sempre più frequenti. A cominciare dal concetto di Nuova Russia per indicare i territori ucraini da «liberare», oppure i richiami all’ortodossia russa.

 

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