New York, molestie sessuali: Andrew Cuomo è solo, impeachment vicino, lo molla anche la fedelissima Melissa

New York, molestie sessuali: Andrew Cuomo è solo, impeachment vicino, lo molla anche la fedelissima Melissa
di Flavio Pompetti
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Martedì 10 Agosto 2021, 07:28 - Ultimo aggiornamento: 11 Agosto, 10:19

NEW YORK Scricchiolii sinistri dalla sedia di Andrew Cuomo, governatore dello stato di New York, accusato di aver molestato sessualmente almeno undici donne nella sua amministrazione nella capitale dello stato: Albany. Ieri si è dimessa la sua principale collaboratrice politica: Melissa DeRosa, la funzionaria che negli ultimi mesi non solo aveva difeso il nome del suo capo nei confronti dei media, ma aveva personalmente inseguito, indagato e minacciato alcune delle accusatrici. E ora lui rischia l’impeachment.


L’ACCUSATRICE
Trentotto anni, figlia di un potente lobbista del legislativo dello stato di New York, DeRosa è stata per anni confidente e spalla per Cuomo, in tale posizione si è trovata spesso a giocare il ruolo meno edificante di facilitatrice degli abusi che il governatore aveva preso a consumare con arroganza, convinto come ha detto la settimana scorsa in un filmato girato per difendersi che fossero una semplice estensione dei gesti affettuosi tra famigliari, con i quali è cresciuto a casa sua.

Uno di questi gesti, stando all’accusa di Brittany Commisso, sarebbe stato il passaggio di una sua mano sotto la blusa che la collaboratrice indossava durante un incontro a due, e la strizzata ai seni che ha fatto seguito. Il nome di Commisso era rimasto oscurato nel rapporto presentato la settimana scorsa dalla procuratrice di New York Letitia James. È stata la replica non richiesta di Cuomo: «E’ stata lei a prendere l’iniziativa» a convincerla ad uscire allo scoperto, e a rilanciare: «Non mi sono mai sognata di abbracciarlo come ha fatto lui. Il comportamento del governatore nei mie confronti ha risvolti criminali». 

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I legali della Commisso hanno già in effetti presentato una denuncia penale contro Cuomo, nella quale si dettaglia il crescendo dell’assedio che avrebbe mosso contro la funzionaria trentaduenne. Si va da un primo commento: «Sei molto bella per la tua età, faresti bene a mostrare di più le gambe», alla richiesta successiva di un selfie, durante il quale la mano del sessantatreenne politico indugia sul sedere della donna, fino all’episodio della camicetta, avvenuto dopo che Cuomo aveva chiuso violentemente la porta dell’ufficio per restare solo con lei. Gli avvocati del governatore respingono le accuse e compongono tabulati dell’agenda quotidiana nel tentativo di mostrare incongruenze nelle testimonianze delle accusatrici.


Le dimissioni della DeRosa hanno però il potere di demolire il castello della difesa, perché sono una prima ammissione che la nave sta affondando. Il suo apporto dopo sette anni di lavoro al fianco di Cuomo era stato essenziale finora nel rintuzzare gli attacchi, e la centralità della sua posizione negli affari della villa che ospita il governatorato ad Albany è testimoniata dalle menzioni del suo nome chi si trovano nel rapporto firmato dalla James: 187 su 165 pagine. «Gli ultimi due anni sono stati durissimi dal punto di vista mentale ed emotivo» ha ammesso DeRosa nell’annunciare la decisione.

 
L’ALTRA INCHIESTA
Oltre che dallo scandalo sessuale, il suo nome è associato a quello del capo in un altro fascicolo che potrebbe trovare la via del tribunale. E’ quello che riguarda la gestione della prima fase dell’epidemia, quando Cuomo decise di usare le case di riposo per gli anziani al doppio scopo di ospitare contagiati che non trovavano posto in ospedale, ed occultare il vero numero delle vittime per non oscurare la fama di paladino della lotta al Covid che si stava guadagnando. 
 

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