Non può vedere gli amici per il lockdown: si uccide a 16 anni

Non può vedere gli amici per il lockdown: si uccide a 16 anni
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Giovedì 5 Novembre 2020, 16:09 - Ultimo aggiornamento: 16:17

Corey Liversedge, uno studente di 16 anni, si è tolto la vita dopo aver sofferto di ansia e depressione in seguito al lockdown. La causa del gesto secondo i genitori sarebbe da ricercare proprio nell'impossibilità di vedere gli amici. È successo a Cushnie, nell' Aberdeenshire, in Scozia. genitori Kerry e Adam hanno descritto Corey come un ragazzo dotato di un «senso dell'umorismo eccezionale» e hanno lanciato una raccolta fondi a favore di un ente di beneficenza per la salute mentale nell'età adolescenziale.

La famiglia Liversedge, di Cushnie, Aberdeenshire, ha coraggiosamente raccontato al Daily Mail delle difficoltà del figlio Corey a superare l'ansia generata dalla pandemia nei giorni del lockdown.  Lo scorso 24 ottobre il ragazzo si è tolto la vita e i genitori hanno voluto raccontare la loro triste storia nella speranza che la loro sotria potesse aiutare altri genitori.

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Corey allievo dell'Aboyne Academy era un giovane atleta, che ha gareggiato nel nuoto a livello nazionale.

Il padre, il signor  Liversedge, ha dichiarato che se non fosse stato per la pandemia e il lockdown il loro giovane figlio sarebbe ancora vivo.  Dopo la morte di Corey, la  famiglia ha lanciato una raccolta fondi a favore di un ente di beneficienza e sono state già raccolte 16 mila sterline superando di gran lunga l'obiettivo originario di  500 sterline. 

Una insegnante del ragazzo in lacrime ha detto: «Se solo Corey avesse saputo di quanta gente lo amava sarebbe sicuramente qui con noi oggi». E ha continuato: «Corey negli ultimi difficili mesi non ha potuto fare le cose che amava come allenarsi o vedere i suoi amici, e questo deve averlo gettato in un profondo sconforto». 

«Corey non ha avuto la possibilità di vivere la vita che avrebbe dovuto avere. Era pieno di vita e non sapremo mai il perchè del suo gesto». Poi la mamma ha esortato gli altri genitori «a prestare molta attenzione ai propri figli e ai segnali che inviano nei loro momenti più bui. Gli anni dell'adolescenza sono davvero difficili. I bambini sono spinosi: un secondo ti amano e quello dopo possono allontanarti, ma bisogna sempre dire loro che li amiamo ogni notte e che siamo orgogliosi di loro. Queste tragedie  - ha concluso - possono succedere in qualsiasi famiglia non solo in quelle in cui ci sono bambini con malattie mentali diagnosticate»

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