Covid, in Gran Bretagna «normalità in estate». Nel Paese già dieci milioni di vaccinati

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Giovedì 4 Febbraio 2021, 14:19 - Ultimo aggiornamento: 15:27

Gli inglesi torneranno «più o meno alla normalità per l'estate» tanto più se si considera che il «coronavirus è una malattia stagionale», ha detto alla BBC in un'intervista radio il consulente scientifico del governo britannico, Andrew Hayward. L'esperto, immaginando lo scenario della pandemia per i prossimi mesi, ha dichiarato che "immagina" il ritorno a una qualche forma di normalità già per la fine della primavera, dopo una riapertura graduale, quando il vaccino avrà fatto effetto. La Gran Bretgna è stato il primo Paese occidentale ad aver avviato la somministrazione di massa due mesi fa, e ad oggi sono già più di 10 milioni le persone vaccinate nel paese.

Il membro del gruppo consultivo scientifico per le emergenze (SAGE) ha aggiunto che la stagionalità che caratterizza il comportamento del virus Covid, contribuirà a ridurre il tasso di casi nei prossimi mesi. Le parole del professor Hayward arrivano nel Regno Unito, dopo numerose polemiche politiche circa l'eventuale allentamento delle restrizioni. Nonostante il Chief Medical Officer abbia suggerito il superamento del picco della seconda ondata di contagi, il premier Johnson si mostra irremovibile nel non voler anticipare la data dell'allentamento delle misure, fissata ad oggi all'8 marzo.

Mentre i parlamentari scettici del blocco dei conservatori continuano ad esercitare pressioni sul primo ministro per anticipare tale allentamento.

Secondo quanto riportato dal Telegraph, il Cancelliere Rishi Sunak ha accusato gli scienziati di limitarsi a "spostare pali", concentrandosi sul numero di casi invece che solo sulle morti, per voler proteggre in qualche modo il Sistema Sanitario Nazionale (NHS). Secondo il giornale inglese, Sunak avrebbe parlato di un momento in cui le morti inizieranno a precipitaregrazie dell'immunità data dal vaccino, somministrato già ai più vulnerabili. Ma fonti del Tesoro hanno negato con veemenza la notizia del Telegraph e le parole di speranza del cancelliere.

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Di fronte ai 1.322 morti nel Regno Unito registrati nella sola giornata di ieri, l'ufficiale medico capo Chris Whitty e il primo ministro Johnson hanno negato oggi ogni apertura, dicendo che sono troppo acerbi i tempi per prendere già in considerazione misure di revoca. Johnson tra tre settimane dovrebbe rendere nota una roadmap graduale che pianifichi passi successivi all'8 marzo, data entro la quale gli over 70 avranno ricevuto il vaccino ottenendo un certo grado di immunità.

Secondo gli esperti una svolta chiave nella riduzione dei contagi potrebbe arrivare nel Regno Unito con la somministrazione agli ultracinquantenni della prima dose di vaccino. Scenario che si prospetta realizzato per la fine di aprile, sebbene fonti governative affermino che possa realizzarsi addirittura prima.

Finora esponenti politici ed esperti non si erano mai sbilanciati in audaci previsioni per il periodo estivo. Ma a rompere la bolla di cautela arrivano le parole del professor Hayward a BBC Radio 4: «Una volta che le persone più vulnerabili, in particolare quelle sopra i 50 anni e quelle con malattie croniche, saranno vaccinate, sì, penso che potremmo vedere un significativo ritorno alla normalità. Questo oltre al fatto che il coronavirus è una malattia stagionale, penso che farà una grande differenza e ci permetterà di aprire. Penso che quello che vedremo sarà un'apertura graduale con l'aumento dei livelli di vaccinazione, e poi saremo più o meno tornati alla normalità per l'estate, immagino».

Oltre 10 milioni di vaccinati nel Regno Unito

Sono più di 10 milioni al 3 febbraio le persone che hanno ricevuto la prima dose di un vaccino anti Covid nel Regno Unito, primo Paese occidentale ad aver avviato la somministrazione di massa due mesi fa e ad aver autorizzato finora tre diversi prototipi: Pfizer, AstraZeneca e Moderna. Lo ha annunciato Matt Hancock, ministro della Sanità di Boris Johnson, evocando un traguardo «enormemente significativo». I richiami sono stati invece mezzo milione, sullo sfondo della strategia scelta dal Regno - col placet degli organismi di consulenza scientifici governativi - di estendere inizialmente l'intervallo prima-seconda dose a 11-12 settimane.

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La critica dalla Francia

Clement Beaune, ministro francese per gli Affari europei, ha criticato il Regno Unito per essersi assunto «molti rischi» nell'attuazione della propria strategia di vaccinazione contro il Covid-19, nonostante questa abbia permesso di agire più rapidamente rispetto al resto dell'Ue. «Abbiamo deciso di prendere più misure precauzionali», ha rivendicato il ministro al canale di notizie Lci.

Come parte della sua argomentazione, Beaune ha citato la decisione di Londra di somministrare il vaccino prodotto da AstraZeneca a persone di età superiore ai 65 anni. Mentre la Francia, insieme ad Austria, Germania e altri paesi dell'Ue, ha deciso di somministrare il vaccino prodotto dall'azienda britannico-svedese solo alle fasce di età sotto i 65 anni, affermando che i dati attualmente disponibili non sono sufficienti per raccomandare il vaccino per l'uso tra i pazienti più anziani.

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