Covid, Gran Bretagna: verso nuovo lockdown nazionale. Oms: record di casi, 383.000 in 24 ore. Nel mondo un milione di morti

Covid, Oms: record di casi, 383.000 in 24 ore. L'autorità medica: «Gran Bretagna a un punto di non ritorno»
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Domenica 11 Ottobre 2020, 07:40 - Ultimo aggiornamento: 12 Ottobre, 09:32

​Covid, l'Oms registra per il terzo giorno consecutivo l'impennata record di nuovi casi: sono 383.000 in 24 ore, il 7,9% in più rispetto ai 355.244 di venerdì. Terzo record consecutivo di nuovi casi di coronavirus a livello globale, dunque. L'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) riporta sul suo sito che nella giornata di ieri sono stati registrati 383.359 contagi, il 7,9% in più rispetto ai 355.244 del record di venerdì. Giovedì scorso era stato segnato un nuovo picco, con 343.467 infezioni. E intanto il bilancio dei casi nel mondo ha superato la soglia dei 37 milioni e secondo la Johns Hopkins University si attesta attualmente a quota 37.105.925, inclusi 1.071.388 morti.

«Gran Bretagna al punto di non ritorno»

Insomma uno tsunami questa seconda ondata della pandemìa:  di giorno in giorno, ogni nuovo record di contagi viene stracciato dal dato successivo. poche ore dopo aver superato la soglia dei 37 milioni di casi nel mondo, se ne contano già quasi 37 milioni e 300 mila.

In Europa preoccupa la Gran Bretagna che ha raggiunto un «punto di non ritorno» nella diffusione del coronavirus, simile a quello di marzo, e nelle prossime settimane, oltre all'aumento dei casi, ci sarà un aumento delle morti: lo ha detto il professor Jonathan Van-Tam, vice direttore sanitario per l'Inghilterra, citato dalla Bbc.

Per Van-Tam, «la stagione ci è avversa» e il Paese si imbatterà in «venti contrari» prima dell'inverno.

Per questo si valuta un nuovo lockdown nazionaleC'è questa possibilià perché il Paese è «ad un punto precario» nella pandemia da coronavirus, ma bisogna fare ogni sforzo perché ciò non accada: lo ha dichiarato il professor Peter Horby, presidente del New and Emerging Respiratory Virus Threats Advisory Group (Nervtag) e consulente del governo di Londra.

Domani il premier Boris Johnson - che questo pomeriggio ha sentito i ministri interessati - dovrebbe annunciare nuove restrizioni locali (nel nord dell'Inghilterra e nelle Midlands in particolare), che stanno però già provocando proteste. Liverpool - con 600 casi ogni 100.000 abitanti - dovrebbe essere la città con le misure più rigide, scrive la Bbc. Horby dice che la «missione vitale» è ora proteggere l'Nhs, la Sanità pubblica, ed evitare che vengano cancellati servizi ospedalieri non essenziali, come accadde durante la prima ondata di Covid-19 in primavera. «Dobbiamo fornire cure per tutti, quelli con il Covid e quelli senza. E il solo modo è tenere bassi i numeri del contagio», ha affermato il presidente di Nervtag, sottolineando che alcuni ospedali nel nord dell'Inghilterra sono già sotto pressione e presto potrebbero avere le terapie intensive piene. «Dobbiamo fare delle scelte molto difficili e agire molto in fretta, temo», ha affermato.

Van-Tam aveva esortato i connazionali ad aiutare l'Nhs, il servizio sanitario pubblico, limitando le interazioni sociali perché «il virus prospera attraverso i contatti tra gli esseri umani». Van Tam nota che mentre l'epidemia è «ripartita» tra i giovani nelle ultime settimane, ora «ci sono prove che si stia espandendo in una fascia d'età più alta» nelle zone più colpite. Attualmente, l'indice R0 è tra 1,2 e 1,5, aggiunge.

Nel mondo

Fuori dai confini europei, preoccupa l'India dove i contagi hanno superato i 7 milioni e si appresta a superare gli Stati Uniti per numero di casi (oltre 7,7 milioni, 54 mila solo ieri). Nella triste classifica, gli Usa restano il Paese più colpito con più di 214 mila vittime, seguito dal Brasile che ieri ha superato quota 150 mila morti nonostante un rallentamento nel bilancio quotidiano dei decessi per Covid.

In Medio Oriente, l'Iran ha registrato un record di 251 morti in 24 ore e allo stesso tempo ha superato la soglia del mezzo milione di contagi complessivi. Il Libano, dove le strutture ospedaliere sono al collasso soprattutto dopo la devastante esplosione del 4 agosto al porto di Beirut, ha imposto il lockodwn per 169 villaggi e località del Paese da domani fino al 19 ottobre e chiuso bar e locali notturni fino a nuovo ordine. Mentre comincia a dare i suoi frutti il lockdown reimposto in Israele nelle scorse settimane: ieri i nuovi contagi sono stati 887, calati dal 10 al 7,3% dei tamponi in 7 giorni.

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