Coronavirus, Oms: «Ora la minaccia globale è molto alta»

Ghebreyesus
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Venerdì 28 Febbraio 2020, 16:47 - Ultimo aggiornamento: 29 Febbraio, 08:16

L'epidemia globale di coronavirus inizia a fare veramente paura e l'Organizzazione mondiale della Sanità ha deciso di alzare l'allerta sulla sua minaccia, portandola al livello più grave di «molto alta». Il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus, nel briefing quotidiano sugli aggiornamenti della crisi, ha ammesso senza mezzi termini che l'aumento di casi nei Paesi colpiti è motivo di enorme preoccupazione, dopo aver già parlato ieri di «potenziale pandemico» del Covid-19. Nella stessa Ginevra, sede dell'Oms, è stato annullato il Salone dell'auto atteso dal 5 al 15 marzo con 600.000 visitatori previsti, nell'ambito delle misure di contenimento prese dalla Svizzera che ha cancellato tutti gli eventi con più di mille persone fino alla metà del mese. Mentre Berlino ha rinviato la fiera del Turismo che si doveva tenere dal 4 all'8 marzo: i contagi in Germania rispetto a ieri sono raddoppiati e continuano a crescere anche in Francia, con 19 nuovi casi.

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 Il ministro della Salute di Parigi ha raccomandato di evitare anche le strette di mano. «Non abbiamo ancora evidenze che il virus si stia diffondendo liberamente nelle comunità. Fin quando la situazione è questa, abbiamo ancora una chance di contenerlo», ha però spiegato il direttore generale dell'Oms. «La chiave per il contenimento è rompere la catena di trasmissione. Il nostro più grande nemico non è il virus, ma paura, voci e marchio della vergogna, mentre i nostri asset più grandi sono fatti, ragione e solidarietà», ha notato ancora Tedros, ricordando come ci siano più di 20 vaccini sotto sviluppo globalmente e trattamenti molteplici nella fase clinica con risultati attesi «in poche settimane».

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Lo scenario, di sicuro, diventa sempre più complesso perché, come chiarito in conferenza stampa, ci sono da giovedì «i primi casi di contagi in Danimarca, Estonia, Lituania, Paesi Bassi, Nigeria. Tutti questi casi hanno legami con l'Italia» e «24 casi sono stati esportati dall'Italia in 14 Paesi, 97 casi sono stati esportati dall'Iran in 11 Paesi». E da oggi c'è anche l'Islanda nella mappa del contagio, con un ottantenne tornato dall'Italia. La Cina ha diffuso anche oggi dati incoraggianti: 44 morti e 327 casi aggiuntivi di contagio, al livello più basso da oltre un mese.

 



Le vittime sono salite a 2.788 e i contagi a 78.824, ha riferito la Commissione sanitaria nazionale (Nhc). Ma altrove la situazione è preoccupante. In Italia ci sono 3 morti in più (a quota 21) e le infezioni accertate sono salite a 821. La Corea del Sud ha registrato un nuovo picco di contagi a 571, per un totale di 2.337: sorprende la rapida ascesa del trend, considerando che appena due giorni fa era stato tagliato il traguardo dei 1.000 contagi. Con tre nuovi decessi, il numero delle vittime è salito a 16. Le autorità sanitarie hanno rinnovato anche oggi l'invito a evitare qualsiasi evento di massa, che sia politico, sportivo o religioso. Anche la band BTS, superstar del genere K-pop conosciuto a livello internazionale, ha deciso di cancellare i concerti pianificati a Seul perché è «impossibile al momento di predire la grandezza dell'epidemia durante le date dei concerti di aprile».

Infine, si aggrava ancora il bilancio dell'epidemia in Iran, dove da oggi il Parlamento è chiuso sine die dopo che l'infezione ha già colpito diversi deputati e alti funzionari, tra cui la vice presidente Masume Ibtikar: altre 8 persone sono morte nelle ultime 24 ore, portando il totale a 34, il numero più alto fuori dalla Cina, che ha inviato un suo team di gestione delle emergenze in soccorso di Teheran. Il numero di contagiati è salito inoltre a 388, cioè 143 in più di ieri, secondo il ministero della Salute. Ma fonti interne al sistema sanitario locale hanno riferito alla Bbc che le vittime sarebbero almeno 210 con migliaia di contagi, nonostante le autorità continuino a negare di nascondere informazioni sulla reale portata dell'epidemia.

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