Coronavirus, il biologo americano: «Se avessimo chiuso i mercati cinesi di animali, nessuna pandemia»

Coronavirus, il biologo americano: «Se avessimo chiuso i mercati cinesi di animali, nessuna pandemia»
di Paolo Travisi
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Giovedì 23 Aprile 2020, 11:50

Se l'ipotesi più accreditata è che il contagio da coronavirus sia partito dal mercato di Wuhan, è proprio lì (ma non solo) che bisognava intervenire. Già molto tempo fa. Secondo il biologo Jared Diamond, membro dell'Accademia delle Scienze Usa e vincitore del Premio Pulitzer con "Armi acciaio e malattie", la pandemia che ha costretto il mondo al lockdown e provocato migliaia di morti, «non si sarebbe mai diffusa se 17 anni fa, dopo la Sars, i cinesi avessero chiuso i mercati di animali selvatici vivi. Sono stati i mercati aperti in Cina a spianare la strada al virus Covid 19. Questi poi sono stati chiusi, ma resta ancora aperta la strada di trasmissione rappresentata dal commercio illegale di animali per la medicina tradizionale. Se questo traffico rimarrà aperto continuerà la diffusione di malattie dagli animali all'uomo».

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Ammonimento grave quello del biologo internazionale, che espone il suo punto di vista in un colloquio a distanza, con Isabella Pratesi, direttore di Conservazione del Wwf, organizzazione che da anni chiede la chiusura dei cosiddetti wet market, mercati dove si vendono in modo illegale animali di ogni specie, uccisi barbaramente,  alimentando un redditizio commercio criminale internazionale. L'introduzione di animali catturati nei loro habitat naturali, dunque selvaggi, ha tra le conseguenze possibili, anche la trasmissione di virus da animali a uomo, proprio come sarebbe avvenuto nel caso del coronavirus a Wuhan

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E se il peccato originale, risalirebbe al 2003, ai tempi della Sars, il secondo errore (almeno negli Stati Uniti, dove Diamond risiede) è nel presente: «è stato quello di non bloccare subito gli incontri tra le persone. Trump ha pensato all'inizio che l'epidemia non fosse così grave, e noi americani non abbiamo da subito attuato un distanziamento fisico». Diamond, poi racconta i casi, in cui l'umanità ha dovuto fare i conti con contagi di altre malattie, che hanno ucciso un numero molto alto di vite umane. «Due esempi famosi sono la peste, che in Europa medioevale ha ucciso dal 30 al 40% della popolazione, ma anche l'arrivo degli spagnoli in Messico: gli Aztechi e gli Inca furono sterminati da vaiolo e  morbillo portati dai conquistadores, mentre negli Stati Uniti hanno ucciso il 90% dei pellerossa». Ma frena sugli allarmismi, «non sarà questo il caso di Covid 19, che ha un'incidenza di mortalità molto bassa».
 

 


 

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