Coronavirus, 17enne italiano ha la febbre e resta a Wuhan: in ospedale per i test, ecco come sta

Coronavirus, un italiano ha la febbre e resta a Wuhan: bloccato prima di salire sull'aereo
di Giuseppe Scarpa
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Lunedì 3 Febbraio 2020, 08:07 - Ultimo aggiornamento: 14:10

La febbre ha impedito l'imbarco a uno dei 57 italiani di Wuhan pronto a salire sul Boeing 767 dell'aeronautica militare per il rimpatrio in Italia. Si tratta di un ragazzo di 17 anni, studente. Si è fermato prima di arrivare alla scaletta dell'aereo. I medici militari hanno verificato solo lo stato influenzale, perciò ancora non si sa se il giovane sia affetto da coronavirusIl giovane ha la febbre a 37.7 e il limite è a 37.3. È stato portato subito nell'ospedale di Wuahn per i test.

Le poche linee di febbre sono state sufficienti per farlo rimanere a terra. I protocolli di sicurezza, al fine di tutelare gli altri connazionali, parlano chiaro. Dopo i test il ragazzo ha lasciato l'ospedale. «La sua situazione è abbastanza calma, è curato da due signore italiane in un appartamento dell'ambasciata che è costantemente in contatto con lui», ha detto Stefano Verrecchia, capo dell'Unità di Crisi della Farnesina.​

Il Boeing ha lasciato la città, capoluogo della provincia cinese dell'Hubei, epicentro della malattia con 56 italiani a bordo. Il volo avrebbe dovuto comprendere un numero maggiore di passeggeri, ma altri 23 hanno deciso di non partire.

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In mattinata i nostri connazionali in arrivo da Wuhan sono stati portati al centro sportivo dell'esercito della Cecchignola, a sud di Roma. Seconda fase e meta finale per i 56 che qui trascorreranno i 14 giorni della quarantena. Una scorta di carabinieri e polizia li ha accompagnati dall'aeroporto militare di Pratica di Mare. 

Nel centro sportivo dell'esercito, si è scelto di elevare gli standard di sicurezza al massimo. È un dispositivo studiato nei minimi dettagli, quello coordinato dal ministero della Difesa guidato da Lorenzo Guerini. Già sul Boeing i 56 hanno compilato un modulo dove indicheranno eventuali allergie alimentari. Solo il primo giorno il menù sarà vincolato. Poi verrà calibrato a seconda delle richieste. Ecco cosa mangeranno oggi: a pranzo un risotto speck e scamorza, una frittata con spinaci e un contorno di finocchi gratinati. A cena il riso in bianco, un piatto di salumi e formaggi accompagnati da dei cavolfiori spadellati. I cibi saranno serviti in vaschette monoporzione, sigillati, con forchetta, cucchiaio e coltello. Dovranno essere consumati rigorosamente all'interno della stanza in cui gli ospiti vivono. Al termine del pasto, gli avanzi, i contenitori e le posate dovranno essere buttate in una busta che loro stessi dovranno chiudere. Il sacchetto, infine, verrà trattato come un rifiuto speciale. I 56 trascorreranno i 14 giorni suddivisi in due palazzine colore ocra, da tre piani.
 


LE PRECAUZIONI
Le diverse stanze verranno assegnate a seconda del numero dei componenti della famiglia. Tutte hanno il bagno in camera, il televisore e il wi-fi. Dovunque, poi, campeggia la scritta in italiano e cinese: Lavarsi spesso le mani. Una doppia indicazione perché alcuni bambini, infatti, hanno maggiore dimestichezza con la lingua del Paese in cui vivono da anni. Inoltre non potranno esserci contatti con i familiari. «Non potrò subito riabbracciare i miei cari, ma va bene, sarò comunque più tranquillo», ha detto ieri Michael Talignani, uno dei 56 italiani, prima di imbarcarsi sul Boeing da Wuhan.

Anche per questo, nel team che si prenderà cura di loro, è presente uno psicologo, gli altri sono medici e infermieri. Personale sanitario che, per relazionarsi con loro, dovrà comunque indossare mascherine, guanti e tuta. La prudenza è ovviamente la regola. Anche per questo nel centro esiste una camera, sulla cui porta è affissa la scritta: Stanza di isolamento. Si spera che non debba essere mai impiegata. Ma nel caso in cui, a qualcuno dei 56 italiani di Wuhan dovesse salire la febbre, verrebbe immediatamente utilizzata. Una collocazione momentanea, per poi essere trasferito allo Spallanzani

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