«Mi ero ristabilito e il primo tampone lo aveva accertato, ma il secondo ha rivelato la drammatica realtà: ero di nuovo positivo. È come segnare un gol decisivo al 90' e vederselo annullare al VAR». Una metafora calcistica abbastanza significativa, quella di Kike Mateos, giornalista spagnolo che ha scoperto di essere stato colpito dal coronavirus dopo essere stato a Milano per seguire Atalanta-Valencia, andata degli ottavi di Champions League.
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Il giornalista aveva viaggiato in aereo fino a Pisa, per poi raggiungere Milano in auto per la partita del 19 febbraio scorso. Una volta tornato in Spagna, aveva saputo del primo focolaio di Codogno e, non sentendosi bene, aveva chiesto e ottenuto di essere sottoposto al tampone. L'esito era stato quello temuto: in Italia, il 44enne Kike Mateos aveva contratto l'infezione da coronavirus.
Milano.
Il Duomo.
Il @valenciacf
AMUNT!!!! pic.twitter.com/cLGPSrXDiq— Kike Mateu🇪🇸📻📺⚽️🦇💯🏆🏌️♂️ (@kike_mateu) February 19, 2020
Dopo un lungo isolamento, il giornalista sembrava essersi ristabilito e il primo tampone successivo alla quarantena aveva stabilito la sua negatività. Il secondo tampone, tuttavia, aveva smentito il primo.
Como NUNCA hay que perder el ánimo y el buen humor podríamos decir, en mi condición de periodista deportivo hasta hace un mes, que el VAR ha anulado el gol que decidía la eliminatoria. Otra vez el VAR.. https://t.co/F9R64pqZvH
— Kike Mateu🇪🇸📻📺⚽️🦇💯🏆🏌️♂️ (@kike_mateu) March 21, 2020
Durante la sua quarantena, Kike Mateos ha aggiornato costantemente i follower su Twitter sulle proprie condizioni di salute. L'esperienza personale gli ha insegnato molte cose e il giornalista spagnolo ha deciso di condividerle con tutti. «La forza del virus dipende dalla carica virale: più è forte, più il virus ti attacca. La forza del sistema immunitario varia molto a seconda delle persone e si basa sulla rapidità della generazione degli anticorpi» - ha spiegato - «Fino al terzo giorno, ho avuto raffreddore, tosse, difficoltà respiratorie e malessere generale. Per due giorni ho avuto anche la febbre alta, abbassata grazie al paracetamolo. Dal sesto al decimo giorno ho avuto di nuovo i sintomi iniziali, dall'undicesimo sono sparite le difficoltà respiratorie, in quelli successivi sono rimasti il raffreddore e la tosse secca. Alla fine, è rimasta solo la tosse secca».
Por si ayuda, mis síntomas leves;
Días(+-)
1-3 dificultad respiraroria, tos, mocos, malestar gral.
4-5. Se suma la fiebre. Con paracetamol baja a febricula.
6-10. Síntomas dias 1-3.
11-13. Desaparece dificultad respiratoria.
14-15. Mocos y tos seca.
15-19. Solo tos.
Día 20.Ok!— Kike Mateu🇪🇸📻📺⚽️🦇💯🏆🏌️♂️ (@kike_mateu) March 17, 2020
La lunga quarantena di Kike Mateos, purtroppo, si è protratta piuttosto a lungo a causa dell'esito sfavorevole del secondo tampone. Il giornalista, tuttavia, proprio pochi minuti fa ha raccontato di essere guarito e lo ha fatto, ancora una volta, con una metafora calcistica cara a tutti gli spagnoli: «Giorno 25 di quarantena per il coronavirus. Siamo nel secondo tempo supplementare, è il minuto 116'. Entra il medico nella mia stanza, mi guarda e tira: segna Iniesta, l'ultimo tampone è negativo. Finisce la partita, vado a casa: è follia, siamo Campioni del Mondo. Oggi festeggio io, domani lo faranno anche tutti gli altri».
Coronavirus. Dia 25. Segunda parte de la prórroga. Minuto 116' de la final. Entra el médico en mi habitación, me mira y dispara. Marca Iniesta. He dado el segundo negativo. Termina el partido. Me voy a casa. La locura. Somos campeones. Hoy lo celebro yo, mañana tú y pronto todos.
— Kike Mateu🇪🇸📻📺⚽️🦇💯🏆🏌️♂️ (@kike_mateu) March 22, 2020