Coronavirus, coprifuoco in India. Strade deserte, gente sui tetti senza paura del contagio

Coronavirus, coprifuoco in India. Strade deserte, gente sui tetti senza paura del contagio
di Alessandra Spinelli
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Domenica 22 Marzo 2020, 18:26 - Ultimo aggiornamento: 20:47

Le strade di Nuova Delhi sono deserte, i ballatoi dei palazzi popolari di Mumbai brulicano di gente, i terrazzi delle case basse di Jammu e di Bangalore risuonano dei mille tamburi improvvisati, pentole e  bottiglioni d'acqua . Anche se è stato proclamato un severo coprifuoco  - il cosidetto Janta Curfew che ha chiuso in casa un miliardo e trecentomila persone  - l'India ribolle come sempre di suoni e colori tutti suoi nel replicare i flash mob condominiali, i cori di incoraggiamento e gli applausi al personale medico che da Wuhan e dalla Cina  in meno di un mese si sono estesi a tutti gli altri Paesi e città del mondo.
 

 

I numeri del contagio per ora  restano contenuti: 361 casi e 7 decessi ma il premier Narendra Modì è pronto a tutto per non trasformare la nazione in un nuovo focolaio, cosa che attraverserebbe come uno tsunami il Paese. Secondo quanto dichiarato alla Bbc dall'epidemiologo Ramanan Laxminarayan, direttore del Centro di studio delle dinamiche economiche e politiche delle malattie di Delhi, il virus potrebbe portare in India alla morte di 300 milioni di persone. Nel Paese così cresce la tensione per l'inadeguatezza del sistema sanitario pubblico e la scarsità delle attrezzature nelle cliniche e negli ospedali privati, che offrono servizi di ottimo livello, con standard vicini a quelli della sanità occidentale, ma su scala limitatissima. I media riferiscono inoltre di un numero crescente di persone che, rientrate da Paesi a rischio, o dopo avere avuto contatti con soggetti positivi, si sono rifiutate di sottostare alla quarantena e sono fuggite dalle strutture pubbliche, rischiando di spargere in questo modo il contagio tra familiari e conoscenti.

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Così il governatore di Delhi ha annunciato  che da domani mattina all'alba fino alla mezzanotte del 31 marzo la capitale indiana sarà sottoposta a lockdown totale. Durate la chiusura tutti i trasporti, sia pubblici che privati, si fermeranno, ad eccezione di un quarto degli autobus pubblici che continueranno a funzionare per i lavoratori dei servizi essenziali. Tutti gli uffici privati chiuderanno, e soltanto i negozi che vendono beni essenziali, farmacie, drogherie e alimentari saranno autorizzati a restare aperti. Nessun volo, neppure da altri Stati indiani, potrà raggiungere la capitale, mentre le frontiere verranno controllate dalla polizia.

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Sempre oggi, mentre Modi ringraziava con un tweet il Paese per la partecipazione alla giornata di coprifuoco e per la straordinaria adesione alla standing ovation collettiva il governo ha deciso di sottoporre a lockdown, fino a fine mese, i 75 distretti nei quali sono stati registrati casi di positività. Con una decisione senza precedenti inoltre, le Ferrovie indiane, il più gigantesco apparato ferroviario al mondo, hanno annunciato il blocco di tutti i treni fino al 31 marzo, nel tentativo di fermare i milioni di lavoratori precari che dalle megalopoli stanno cercando di rientrare nei loro villaggi di origine, disseminando così la possibilità di contagio in tutto il subcontinente

 

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