Coronavirus, guarito il cittadino inglese super “untore": aveva girato il mondo da Singapore alle Alpi

Steve Walsh, guarito il cittadino inglese super untore": aveva girato il mondo da Singapore alle Alpi
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Martedì 11 Febbraio 2020, 12:18 - Ultimo aggiornamento: 2 Marzo, 07:37

Ha annunciato, attraverso i media, di essere guarito il cittadino britannico individuato nei giorni scorsi come fonte di contagio da coronavirus per diversi connazionali. L'uomo ha così rivelato la sua identità: si chiama Steven Walsh, ha 53 anni, è un uomo d'affari e uno scout. Resta per ora ricoverato - come la sua famiglia resta in isolamento - «per precauzione». Ma la notizia della guarigione è stata confermata al servizio sanitario (Nhs). Vari contagi di pazienti britannici sono avvenuti sulle Alpi in Alta Savoia (Francia), dove Welsh - reduce da Singapore - avrebbe infettato altri turisti. In tutto si tratterebbe di 11 persone contagiate. Walsh si trova ora ricoverato in quarantena in un ospedale di Londra. 

I medici. La sua vicenda è un caso più unico che raro fra la tante storie note di questa epidemia globale. Businessman, padre di due figli e impegnato nel movimento scout a Hove, vicino a Brighton, la località dell'East Sussex inglese in cui vive con la famiglia, Walsh ha contratto il virus senza inizialmente accorgersene a Singapore, dove aveva partecipato a una conferenza per conto della società di consulenza dell'industria del gas in cui lavora, la Servomex. Salvo poi contagiare inavvertitamente, ancora in assenza di sintomi, diversi connazionali con cui ha condiviso uno chalet durante una successiva vacanza sulla neve sulle Alpi francesi dell'Alta Savoia. In totale le persone colpite fra quelle venute in contatto con lui sono state 11: 5 testate e ricoverate in Francia, una a Maiorca e 6 (su 8 totali diagnosticate finora nel Regno Unito) al rientro in patria. Un vero e proprio strike - che ha coinvolto anche Catriona Greenwood, dipendente di un ambulatorio medico di Brighton chiuso da ieri al pubblico per prudenza - conclusosi solo quando l'infezione non si è manifestata anche per lui. Nel comunicato diffuso da una stanza sterile del St Thomas Hospital di Londra, il 'superspreader' ha assicurato di essere rimasto in isolamento fin da subito, «non appena informato della diagnosi». E di essere pronto a restare successivamente in quarantena anche a casa, per il periodo di auto-isolamento che i medici riterranno necessario secondo i protocolli cui già si sta sottoponendo la sua intera famiglia. Nel contempo ha ringraziato il sistema sanitario britannico (Nhs), «gli amici e i colleghi» per il sostegno, chiedendo ora rispetto per la sua «privacy».

Le tracce. L'allarme, le paure e qualche traccia di panico hanno fatto tuttavia in fretta a diffondersi sui tabloid del Regno e in particolare nell'East Sussex. Sullo sfondo di un'epidemia che - come sottolineato a Westminster dal ministro della Salute, Matt Hancock - ha al momento i contorni di un rischio «moderato», ma non ha raggiunto ancora «il picco peggiore» di diffusione. Ecco quindi che la ricostruzione del viaggio e del ritorno di Steve dalla Francia, via Ginevra, si è fatta minuziosa. Con controlli capillari nella sala parrocchiale dove è andato a lezione di yoga o nel pub di Hove dove ha bevuto una birra prima di avvertire i primi malesseri. Il professor Keith Willett, responsabile delle emergenze in seno alla Nhs, ha invitato ad evitare allarmismi, elogiando Walsh per essersi «comportato bene, nel rispetto dei consigli medici ricevuti». Ma il professor Samer Bagaeen, del Brighton and Hove City Council's Health board, ha accusato le autorità sanitarie nazionali d'aver informato poco e tardi la comunità locale. «Non sono stati chiari dall'inizio - ha lamentato - e non ci hanno fatto sapere esattamente chi fosse stato esposto al contagio e dove. Avremmo dovuto essere informati dal primo giorno, ma nessuno lo ha fatto davvero su questo caso. È mancata la leadership».


Piccola guarita. E una neonata di quattro mesi infetta sempre dal coronavirus è stata dimessa dall'ospedale nella provincia di Hainan, nel sud della Cina, dopo essere guarita. L'ospedale popolare Haikou, nella capitale della provincia, ha confermato si tratta della più giovane paziente della provincia con malattia polmonare causata dal nuovo coronavirus

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