Brasile, Maracanà diventa ospedale da campo. Vicepresidente e governatori contro Bolsonaro: «Servono misure restrittive»

Lo stadio Maracanà
di Francesco Padoa
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Giovedì 26 Marzo 2020, 15:38 - Ultimo aggiornamento: 19:17
Brasile nel caos istituzionale. Il coronavirus sta mettendo a dura prova il Paese, e la divergenza di vedute tra il presidente Bolsonaro e i Governatori di quasi tutti i 27 stati del Paese sulle misure da adottare sta complicando la situazione. Anche il vicepresidente, Hamilton Mourao, ha preso le distanze dalle dichiarazioni da Bolsonaro - che si è detto contrario all'adozione di misure restrittive per combattere l'epidemia di coronavirus - sostenendo che «la posizione del nostro governo, per quanto mi risulta, è una sola: isolamento e distanziamento sociale». In una intervista in teleconferenza, Mourao si è riferito al discorso di Bolsonaro, trasmesso a reti unificate martedì sera - nel quale si è detto contrario alle restrizioni varate dai governatori di vari Stati per controllare l'epidemia di coronavirus, sostenendo che si tratta di un «isterismo» e di una politica della «terra bruciata» alimentata dai media, e che è necessario «tornare alla normalità» - sostenendo che il presidente «forse non si è espresso nel migliore dei modi». «Quello che (Bolsonaro) voleva esprimere è la preoccupazione che abbiamo tutti riguardo alla seconda fase» dell'emergenza coronavirus, cioè il suo impatto sull'attività economica del paese. Il discorso del presidente è stato respinto dalle più alte cariche dello Stato e criticato dalla maggioranza dei governatori delle 27 entità federali del Brasile, che si sono riuniti mercoledì, in assenza del capo dello Stato, per coordinare le loro misure contro l'epidemia, mantenendo le restrizioni alle attività economiche e l'isolamento sociale.

La quasi totalità dei governatori delle entità federali brasiliane - 25 su 27 - hanno infatti annunciato oggi che manterranno le restrizioni delle attività economiche e le misure di isolamento sociale, malgrado il presidente Bolsonaro abbia chiesto che si ponga fine alla »quarantena di massa« e a quello che ha definito una politica di »terra bruciata« che crea »isterismo« nella popolazione.
Secondo un rilevamento del sito news G1, solo i governatori degli Stati di Rondonia e Roraima - ambedue nel Nord del Paese - non hanno preso posizione sulla questione, mentre 19 governatori hanno criticato in termini più o meno forti il discorso di Bolsonaro, trasmesso martedì sera a reti unificate. Dopo la presa di posizione del governatore di San Paolo, Joao Doria - che si è scontrato con Bolsonaro in teleconferenza - anche il suo collega di Rio de Janeiro, Wilson Witzel, ha detto che il presidente »si è opposto chiaramente alle raccomandazioni dell'Oms«, per cui nel territorio del suo Stato »andremo avanti con fermezza, seguendo gli orientamenti medici e salvando vite
».

In particolare il governatore di uno dei principali stati, quello di San Paolo, Joao Doria, si è detto «deluso» dall'atteggiamento assunto dal presidente Jair Bolsonaro durante la riunione con i governatori del Sudest del Brasile, svoltasi a Brasilia, che ha definito «deplorevole e preoccupante». 

E nello stato di Rio de Janeiro si sta pensando di trasformare il leggendario stadio Maracanà in un ospedale da campo per assistere i malati di coronavirus. Lo annuncia il governatore dello Stato di Rio, Wilson Witzel. «Nei prossimi 15 giorni prepareremo almeno 800 posti letto per i pazienti contagiati in ospedali di campagna, abbiamo acquistato materiale medico di emergenza e respiratori, ed istalleremo una struttura principale, probabilmente nel Maracanà».
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