La quasi totalità dei governatori delle entità federali brasiliane - 25 su 27 - hanno infatti annunciato oggi che manterranno le restrizioni delle attività economiche e le misure di isolamento sociale, malgrado il presidente Bolsonaro abbia chiesto che si ponga fine alla »quarantena di massa« e a quello che ha definito una politica di »terra bruciata« che crea »isterismo« nella popolazione.
Secondo un rilevamento del sito news G1, solo i governatori degli Stati di Rondonia e Roraima - ambedue nel Nord del Paese - non hanno preso posizione sulla questione, mentre 19 governatori hanno criticato in termini più o meno forti il discorso di Bolsonaro, trasmesso martedì sera a reti unificate. Dopo la presa di posizione del governatore di San Paolo, Joao Doria - che si è scontrato con Bolsonaro in teleconferenza - anche il suo collega di Rio de Janeiro, Wilson Witzel, ha detto che il presidente »si è opposto chiaramente alle raccomandazioni dell'Oms«, per cui nel territorio del suo Stato »andremo avanti con fermezza, seguendo gli orientamenti medici e salvando vite».
In particolare il governatore di uno dei principali stati, quello di San Paolo, Joao Doria, si è detto «deluso» dall'atteggiamento assunto dal presidente Jair Bolsonaro durante la riunione con i governatori del Sudest del Brasile, svoltasi a Brasilia, che ha definito «deplorevole e preoccupante».
E nello stato di Rio de Janeiro si sta pensando di trasformare il leggendario stadio Maracanà in un ospedale da campo per assistere i malati di coronavirus. Lo annuncia il governatore dello Stato di Rio, Wilson Witzel. «Nei prossimi 15 giorni prepareremo almeno 800 posti letto per i pazienti contagiati in ospedali di campagna, abbiamo acquistato materiale medico di emergenza e respiratori, ed istalleremo una struttura principale, probabilmente nel Maracanà».
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