«Sono disposto a morire di fame per proteggere il futuro dei miei figli. Un futuro che dipende dalla salvezza di questo pianeta». In queste parole c'è tutta la determinazione e la disperazione di un padre. In Svizzera, Guillermo Fernandez, 48 anni e papà di 3 bambibni, da 30 giorni sta ininterrottamente protestando davanti al Parlamento di Berna. Ha indetto uno sciopero della fame (climatico) per chiedere al governo elvetico di assumere impegni precisi in base alla road map decisa dalla Cop26 di Glasgow. In pratica l'uomo si rivolge al ministro dell'ambiente Simonetta Sommaruga, chiedendo azioni concrete anche se finora è stato letteralmente ignorato dalle autorità, anche se staziona sulla piazza antistante al palazzo parlamentare - giorno e notte, al freddo e al gelo - con tanto di cartello e troupe televisive attorno. In compenso a suo favore è intervenuto ieri l'IPCC – il panel climatico intergovernativo dell'Onu – che assieme Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services (IPBES) ha pubblicato una lettera aperta sostenendo la richiesta di Fernandez.
«La politica climatica svizzera è dichiaratamente insufficiente e non in linea con l'obiettivo concordato con la ratifica dell'Accordo di Parigi, e Guillermo Fernandez è già alla quinta settimana di sciopero della fame» hanno denunciato gli organismi internazionali.
La Svizzera ha un Parlamento che si riunisce solo 4 volte all'anno, per 3 settimane.
Ecco cosa racconta Fernandez : «Vista l'oggettiva urgenza e necessità della situazione, mi aspetto allora che la Signora Sommaruga chieda all'Assemblea federale di incaricare il Consiglio federale di impegnare la Svizzera, con coraggio e generosità, a raggiungere i seguenti obiettivi”. Segue l'elenco: “Dichiarare un'emergenza climatica ed ecologica; la Neutralità delle emissioni entro il 2030; Clima e giustizia sociale; Un divieto di finanziamento dei combustibili fossili e attivare la diplomazia climatica pro-attiva».
Fernandes ha anche aggiunto di avere deciso di intraprendere questa protesta senza alcun sostegno di gruppi, lobby o partiti. «Faccio questo passo di mia iniziativa. È la mia risposta al terrore causato dalla visione futura. Mi chiedo e mi interrogo su come sarà la vita dei miei figli, dei nostri figli, a causa della paralisi irresponsabile in cui ci troviamo.È con speranza e amore che metto la mia vita nelle vostre mani, nella speranza che la nostra generazione si assuma la responsabilità con generosità per i nostri discendenti. È indegno, immorale e inaccettabile condannare i nostri figli a questa unica certezza: il domani sarà peggiore dell'oggi, sempre peggiore, nei secoli dei secoli». E poi al telefono continua a ripetere, a scanso di equivoci: «Sono pronto a morire».