Cop 26, l’accordo a metà: più foreste ma i gas restano. Quel rifiuto al video di Xi

Intesa alla Cop26: per salvare gli alberi 19 miliardi, sì anche da Russia e Brasile

Cop 26, l’ accordo a metà: più foreste ma i gas restano. Quel rifiuto al video di Xi
di Marco Conti
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Mercoledì 3 Novembre 2021, 00:10 - Ultimo aggiornamento: 00:22

Un fondo da 19,2 miliardi per bloccare la deforestazione entro il 2030. La due giorni dei capi di stato e di governo alla Cop26 di Glasgow si conclude con l’impegno di un centinaio di Paesi in un «accordo fondamentale per proteggere e ripristinare le foreste della Terra», come lo definisce il premier Boris Johnson. I Paesi che firmano il documento sono 105, inclusi Brasile, Cina, Russia, Canada, Usa, e ovviamente Regno Unito e Italia, e ospitano nei propri territori l’85% delle foreste mondiali. Johnson annuncia l’intesa alla presenza del Presidente degli Usa, Joe Biden, il Principe Carlo e il presidente dell’Indonesia, Joko Wikodo.
Chiusa la sessione che ospita i capi di Stato e di Governo, da oggi si lavora al documento finale prima dell’evento conclusivo, fissato venerdì 12 novembre.

La lotta al cambiamento climatico e quella per preservare «la biodiversità» sono due facce della stessa medaglia, ha sostenuto Johnson rivolgendosi, in veste di padrone di casa, ai presenti alla conferenza di Glasgow. «Non possiamo affrontare la devastante perdita di habitat e specie naturali - ha sottolineato - senza contrastare i cambiamenti climatici. E non possiamo affrontare il cambiamento climatico senza proteggere l’ambiente, le foreste e rispettare i diritti delle popolazioni indigene che ne sono custodi». La dichiarazione è stata sottoscritta da Paesi che ospitano l’85% delle foreste del mondo mentre la presidente della Commissione Ue Ursula Von der Layen ha annunciato un miliardo di fondi per le foreste e il presidente Usa Biden, nove miliardi da parte di Washington.

 

LO ZERO

La deforestazione colpisce anche l’Italia dove, secondo la Coldiretti, quasi 170mila ettari di bosco sono andati a fuoco dall’inizio dell’anno per effetto dei cambiamenti climatici con il caldo e la siccità che hanno favorito l’azione dei piromani.

L’intesa è stata sottoscritta anche dalla Russia e il presidente Putin, nel messaggio che ha mandato a Glasgow, sottolinea che «nel costruire un’economia a zero emissioni entro il 2060 la Russia si basa, tra le altre cose, particolarmente sulle risorse a noi disponibili, come le foreste e la loro capacità di assorbire l’anidride carbonica e produrre ossigeno». Dopo tutto, il nostro Paese ospita il 20% delle foreste mondiali». 

 

Nel frattempo aumentano anche i Paesi che si impegnano ad una riduzione dell’uso del metano che contribuisce per il 30% alle emissioni. Ieri a Glasgow è stata soprattuto la giornata degli impegni dei grandi big dell’industria e della finanza. Jeff Bezof ha annunciato un fondo di 2 miliardi di dollari per l’Africa. Il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ha ufficializzato l’adesione del nostro Paese alla Global Energy Alliance un maxi fondo pubblico privato che potrebbe arrivare fino a 100 miliardi di dollari con Rockfeller Foundation, Ikea Foundation Bezos e altre istituzioni finanziarie internazionali. Il ministro ha anche annunciato finanziamenti per rendere permanente la Cop dei giovani, ma ciò non ha calmato i giovani attivisti che continuano con le proteste in molte città inglesi.

LE ATTESE

In attesa del documento finale che verrà fuori tra una decina di giorni, il premier britannico chiude la prima fase della Cop26 dicendo che da Parigi a oggi «si inizia a vedere come tagliare le emissioni, ma c’è ancora molta strada da fare». Per il padrone di casa se non si agisce contro il cambiamento climatico, «sarà la catastrofe economica, non solo ambientale».

Al termine della due giorni della Cop26 con quasi duecento leader mondiali si può dire che nel derby gobale tra inquinatori vecchi e nuovi, l’India di Modi si è mostrata ferma nel tutelare i propri interessi ma più disponibile al confronto della Cina di Xi Jinping. Impegnato in patria a scrivere il bilancio di cento anni di comunismo cinese in vista delle celebrazioni della prossima settimana, Xi ha mandato messaggi sia al G20 che alla Cop26 dove l’esclusione dall’opzione video - per lui previsti solo messaggi scritti - ha creato un caso che il padrone di casa ha cercato di ridimensionare. «Il presidente cinese non c’è qui, ma c’è una delegazione di alto livello, il fatto che Xi sia assente non vuol dire che i cinesi non si stiano impegnando». ha spiegato il premier britannico Boris Johnson. Più duro il presidente Usa Biden: «Xi Jinping ha fatto un grande errore a non venire né al G20 né alla Cop 26 e mi aspetto che la Cina segua e regole come tutti».

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