Abbiamo meno di tre anni di tempo per fermare l’aumento di emissioni di CO2 e l’inquinamento che provoca il riscaldamento del pianeta. L’allarme arriva dalle Nazioni Unite, dal Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico, formato con lo scopo di studiare il riscaldamento globale: le emissioni devono raggiungere il picco entro il 2025 e poi diminuire drasticamente. «Siamo a un bivio - ha affermato il capo dell’IPCC, Hoesung Lee - Le decisioni che prenderemo potranno garantire un futuro vivibile. Abbiamo gli strumenti necessari per cambiare».
Energia, anche il carbone diventa green: basta stoccarlo. Ecco il piano studiato dall'Enea
I rapporti del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici monitorano lo stato del riscaldamento globale, e ne analizzano l’impatto sul pianeta, studiando misure idonee ad affrontarlo.
Dimezzare le emissioni entro il 2030 è possibile e, secondo gli esperti, è necessario per non superare la drammatica soglia di +1,5° di riscaldamento della temperatura terrestre. Secondo gli accordi di Parigi, entro il 2050 il mondo dovrà passare a un’economia globale in cui quasi tutta l’energia proverrà da fonti non inquinanti. E in questi anni i costi del solare, dell'eolico e delle batterie sono calati fino all’85%. «Una gamma crescente di politiche e leggi ha migliorato l’efficienza energetica, ha ridotto i tassi di deforestazione e accelerato la diffusione delle energie rinnovabili», si legge ancora nel rapporto. Ma servono nuove iniziative. «Senza una immediata e profonda riduzione delle emissioni in tutti i settori, limitare il riscaldamento globale a 1,5° è fuori portata», avvertono gli esperti. Per raggiungere gli obiettivi, sono necessarie una sostanziale riduzione dell’uso di combustibili fossili, una diffusa elettrificazione, una migliore efficienza energetica. Fondamentale anche l’utilizzo di combustibili alternativi. La temperatura globale si stabilizzerà quando le emissioni di anidride carbonica raggiungeranno lo zero netto: un risultato impegnativo. La maggior parte degli scienziati concorda sul fatto che serve studiare un modo per catturare parte della CO2 dall’atmosfera. Un’idea è piantare nuove foreste: gli alberi usano CO2 per crescere e rilasciano ossigeno. Ma gli studi dimostrano che non è sufficiente: una superficie grande quanto gli Stati Uniti, coperta da alberi, servirebbe per catturare solo il 10% della CO2 emessa ogni anno.