Cisgiordania, a Nablus uccisi 10 palestinesi in scontri con Israele. Decine di feriti

Una battaglia furiosa, interminabile: e alla fine il bilancio questa volta è ancora più pesante

Cisgiordania, a Nablus uccisi 10 palestinesi in scontri con Israele. Decine di feriti
di Raffaele Genah
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Mercoledì 22 Febbraio 2023, 19:41 - Ultimo aggiornamento: 23 Febbraio, 21:25

GERUSALEMME - La scena ricorda esattamente quella di un mese fa a Jenin, Cisgiordania, sempre di giorno in un’analoga operazione antiterrorismo dell’esercito e dello Shin Bet ( l’intelligence interna) alla caccia di due presunti responsabili dell’uccisione ,lo scorso ottobre, di un soldato israeliano. Una battaglia furiosa, interminabile questa volta a Nablus: e alla fine il bilancio è ancora più pesante: dieci morti, quasi tutti accusati o sospettati di far parte delle diverse fazioni armate palestinesi che fanno base in quest’area.

Gli scontri divampano quando i militari e gli uomini della brigata di èlite Yamam della polizia di frontiera circondano un edificio nel quale secondo le indicazioni dei servizi di sicurezza avrebbero trovato rifugio due esponenti dei “Lions den”, la “Fossa dei leoni”, organizzazione jihadista di recente formazione a Jenin.

In loro difesa sarebbero intervenuti ,aprendo il fuoco, i militanti di altri gruppi tra cui Mohamed al Junaidi , considerato uno dei leader della jihad islamica palestinese. E’ morto nella sparatoria, e insieme a lui anche il Hussam Aslim, presunto capo dei Lions den

La mattinata di fuoco si è consumata tra scontri armati , appelli che partivano dalle moschee con inviti alla popolazione ad unirsi alla battaglia, blindati militari che attraversavano le strade strette della Citta vecchia, il fumo dei copertoni bruciati e dei lacrimogeni e la spola delle ambulanze che cercavano di aprirsi un varco e portare soccorso a decine di feriti e intossicati dall’aria irrespirabile.

Gli attentati

Un mese fa l’altra operazione antiterrorismo – che aveva causato la morte di nove persone tra cui una donna civile del tutto estranea - aveva innescato una immediata vendetta con un’azione terroristica di un giovane di Gerusalemme est contro un gruppo di fedeli ebrei appena usciti dalla sinagoga, uccidendone sette prima di essere a sua volta colpito a morte. Il più grave attentato a partire dal 2008.

E anche questa volta l’allerta in Israele è massimo: le dichiarazioni dei portavoce di Hamas e di altri gruppi , del resto, sono esplicite: «Il sangue palestinese non è a buon mercato» dice la Jihad, mentre il portavoce militare di Hamas rincara: «Le fazioni della striscia di Gaza stanno perdendo la pazienza».

E il presidente dell ‘Anp Abbas accusa Israele di essere responsabile di una pericolosa escalation spingendo la regione verso una situazione esplosiva.

Jenin è sempre stata una delle città più calde, roccaforte e incubatore di diversi gruppi armati palestinesi, molti dei quali legati a Fatah. E negli anni si era distinta per le violenze che si sono verificate anche durante le due “intifade” del 1987 e poi del 2000.

L’allarme per possibili ritorsioni cade in un momento di grandi contestazioni e di proteste in Israele dove da diverse settimane centinaia di migliaia di persone stanno manifestando contro la decisione del governo di Netanyahu e dei suoi alleati dell’ultradestra che stanno portando avanti un progetto di riforma della giustizia per modificare tra l’altro attribuzioni e criteri di formazione della suprema Corte: è considerata uno dei pilastri fondamentali nell’equilibrio dei poteri disegnati dalle leggi Fondamentali di Israele.

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