La Cina corre ancora una volta in soccorso della Russia: nella fase di massima pressione su Mosca da parte di Usa e alleati per la sua aggressione militare dell'Ucraina, Pechino assicura che aumenterà il «coordinamento strategico» con il suo «partner senza limiti» e lo farà a prescindere dalla volatilità internazionale. Il messaggio inequivocabile è stato volutamente lanciato quando a Washington sono in corso i lavori istituzionali di primavera di Fmi e Banca Mondiale, e il segretario al Tesoro americano Janet Yellen ha messo in chiaro che boicotterà alcune delle relative riunioni del G20 in calendario in cui è presente la Russia, puntando a quelle sulle ricadute economiche dell'invasione dell'Ucraina. Il ministero degli Esteri cinese, a conferma dei piani della leadership comunista, ha riferito i contenuti dell'incontro avvenuto lunedì tra il suo viceministro Le Yucheng e l'ambasciatore russo a Pechino, Andrey Denisov.
Pechino: «amicizia senza confini» con Mosca
«Indipendentemente da come cambierà la situazione internazionale, la Cina rafforzerà la cooperazione strategica con la Russia per promuovere un nuovo modello di relazioni internazionali e una comunità con un futuro condiviso per l'umanità», ha riferito una nota ministeriale.
Gli scambi bilaterali
Il viceministro ha ricordato che nel primo trimestre del 2022 il volume degli scambi bilaterali ha raggiunto i 38,2 miliardi di dollari, con un aumento di quasi il 30%: «ciò ha pienamente dimostrato la grande resilienza e la dinamica endogena della cooperazione tra i due Paesi», ha aggiunto Le, invitando «a promuovere congiuntamente la costruzione di un nuovo tipo di relazioni internazionali e la costruzione di una comunità con un futuro condiviso per l'umanità». Denisov, da parte sua, ha affermato che la Russia ha sempre considerato lo sviluppo delle relazioni con la Cina una priorità diplomatica, sempre nel resoconto del ministero degli Esteri. Mosca «è disposta ad approfondire ulteriormente il coordinamento strategico globale e la cooperazione pratica a 360 gradi tra i due Paesi secondo la direzione indicata dai due capi di Stato, in modo da avvantaggiare continuamente i due popoli e da salvaguardare la giustizia e l'equità internazionale».
A Pechino, nella comunità diplomatica occidentale si ragiona su due elementi in merito alla vicenda: la presenza di Le, un ex giornalista considerato tra i 'wolf warrior' più duri della diplomazia cinese e tradizionale anticipatore delle politiche di Pechino (fu lui, ad esempio, ad addebitare per primo la responsabilità della guerra in Ucraina a Usa e Nato); il legittimo sospetto che Pechino abbia voluto lanciare un monito a Usa e alleati in vista di un possibile sostegno più diretto a favore di Mosca.
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