Cina, tre cittadini canadesi in prigione (uno condannato a morte). E Biden convoca il vertice della democrazia

Cina, tre cittadini canadesi in prigione (uno condannato a morte). E Biden convoca il vertice della democrazia
di Anna Guaita
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Giovedì 12 Agosto 2021, 07:24 - Ultimo aggiornamento: 16:45

Se il secolo scorso ha visto la vittoria della democrazia dopo due guerre mondiali e una Guerra Fredda, il nostro secolo deve riuscire a salvare la democrazia con il buon esempio. Questa essenzialmente è la scommessa di Joe Biden, che ieri ha annunciato la convocazione di un «summit per la democrazia» fra il 9 e il 10 dicembre. Questo primo appuntamento, in forma virtuale, sarà seguito un anno dopo da un summit in persona. Saranno invitati capi di Stato, esponenti della società civile e delle organizzazioni non governative. Si parlerà «con onestà delle sfide che la democrazia ha davanti, di come difenderla dall'autoritarismo, dalla corruzione e come promuovere i diritti umani». L'iniziativa va letta nell'ambito dello sforzo che Biden ha lanciato fin da suo primo giorno alla Casa Bianca per rafforzare la leadership degli Usa nel mondo dopo i quattro anni difficili di Donald Trump e lo shock dell'assalto al Campidoglio da parte dei suoi sostenitori. L'indietreggiamento della leadership Usa ha favorito il rafforzarsi dell'influenza cinese e russa, che Biden vede come i principali nemici della democrazia oggi.

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LA CRISI
Proprio in questi giorni Biden si trova davanti la drammatica crisi dei cittadini canadesi detenuti in Cina e diventati pedine umane nello scontro fra la Casa Bianca e Pechino. Due uomini d'affari canadesi sono stati condannati a 11 anni di carcere e un terzo alla pena capitale, dopo che il Canada ha arrestato a Ottawa su mandato statunitense la figlia del fondatore del gigante della comunicazione Huawei.
Michael Spavor e Michael Kovrig sono stati arrestati nel 2018, subito dopo il fermo di Meng Wanzhou, accusata da Washington di frode bancaria.

Il terzo canadese, Robert Lloyd Schellenberg, già in prigione dal 2014 per tentato traffico di droga, ha visto il suo processo d'appello trasformato in un nuovo processo nel quale è stato condannato a morte.

LE POSIZIONI
Durissime le reazioni del Canada, che accusa la Cina di condanne «inaccettabili e ingiuste». A sua volta il segretario di Stato Usa, Tony Blinken, ha chiesto alla Cina di smettere di usare le «detenzioni arbitrarie» come strumento per «fare pressioni sui governi stranieri».
Il summit che Biden convoca dovrebbe servire anche a creare solidarietà internazionale per gestire i nemici della democrazia e le loro sfide. Più volte il presidente ha espresso la convinzione che le autocrazie possano essere sconfitte solo «dimostrando che la democrazia funziona» e che «difende gli interessi dei cittadini». Non è un caso che la convocazione di questo summit avvenga esattamente 24 ore dopo che il Senato gli ha regalato un successo bipartisan, l'approvazione del pacchetto infrastrutture che ha ricevuto il voto anche di 19 repubblicani. Il voto è stata la prova che Biden cercava proprio per dimostrare che in regime democratico si possono superare le differenze pacificamente. Anni fa, questi compromessi erano comuni, e due presidenti che furono entrambi molto popolari, il repubblicano Ronald Reagan e il democratico Bill Clinton, ne furono abili esecutori.

LA SCOMMESSA
L'atmosfera è cambiata da allora, con una polarizzazione così profonda che nessuno credeva che Biden sarebbe riuscito a ottenere una vittoria. Il summit rappresenta una scommessa simile, sul palcoscenico mondiale. Se avesse successo, avrebbe valore storico. Ma sarà Biden capace di trovare una risposta che unisca le democrazie davanti ad autocrazie che giocano trasversalmente, come sta facendo la Cina con i tre cittadini canadesi?

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