Chicago fa la storia, Lori Lightfoot eletta primo sindaco afroamericana e apertamente gay

Chicago fa la storia, Lori Lightfoot eletta primo sindaco afroamericana e apertamente gay
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Mercoledì 3 Aprile 2019, 18:58 - Ultimo aggiornamento: 4 Aprile, 09:54
Chicago fa di nuovo la storia e, dopo aver dato agli Stati Uniti il primo presidente afroamericano, elegge la sua prima donna sindaco nera ed apertamente gay. E dire che Lori Lightfoot, 56 anni, ex procuratrice distrettuale, era partita come una vera e propria outsider nella corsa per la successione a Rahm Emanuel, ex braccio destro di Barack Obama alla Casa Bianca. Ma alla fine ha prevalso su tutti e 12 i candidati in corsa, battendo nel ballottaggio un'altra donna afroamericana, Toni Preckwinkle, 72 anni, anch'essa democratica e politica di lungo corso. Un'onda lunga, dunque, quella che lo scorso novembre ha portato in Congresso un numero record di donne e di esponenti delle minoranze.

Un'onda che con Lightfoot arriva a toccare le grandi metropoli e che potrebbe non arrestarsi in vista delle prossime elezioni. Perché, inevitabilmente, la vittoria di Chicago invia un altro chiaro segnale per il 2020, e verso che tipo di candidati l'elettorato, soprattutto quello democratico, va sempre più indirizzandosi. A Lori toccherà ora il compito di guidare e gestire la terza area urbana più popolosa d'America, ma anche la più violenta e la più indebitata. Da Rahm Emanuel eredita una città in declino, sull'orlo della bancarotta, schiacciata da un debito pensionistico che ammonta a 28 miliardi di dollari e con una popolazione in drammatico calo. Ma soprattutto una città con un tasso di omicidi e di violenze che supera quello di New York e di Los Angeles. Una sfida da far tremare i polsi, dunque. Ma molte sono le speranze riposte in Lightfood, presentatasi alle elezioni come il volto nuovo, una donna di ampie vedute ma più che mai determinata a sfidare la dilagante corruzione che rappresenta una vera e propria piaga della città.

E decisa a dare quella scossa alla politica locale che per decenni - ha denunciato incessantemente in campagna elettorale - ha ignorato la parte della popolazione più disagiata, quei cittadini della working class con i redditi più bassi e per i quali la grande crisi iniziata nel 2007-2008 non è mai finita.
Con Lightfood cade poi un altro tabù. Con la sua vittoria, diventa uno dei sindaci apertamente gay d'America, insieme a Pete Buttigieg, primo cittadino di South Bend, in Indiana, ora candidato alla Casa Bianca. Ma Lori ha scelto la sua strategia, decidendo di non mettere al centro né l'essere omosessuale né l'essere afroamericana. Nelle battute finali della campagna elettorale ha più volte ribadito che una sua eventuale vittoria avrebbe segnalato soprattutto la volontà della popolazione di imprimere una svolta e rivoluzionare la scena politica di Chicago. Questa la sua priorità, a prescindere dalla razza e dall'orientamento sessuale: «C'è il desiderio di rompere con il passato», ha detto. E questo desiderio lei ora lo vuole trasformare in realtà
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