PARIGI - Souad, al secondo piano, non ha dubbi: «è cominciato tutto dopo la morte di Gilles», l'inquilino del piano di sopra. Era una sorta di pranoterapeuta, è morto nel 2019, da allora il suo appartamento, due vani e cucina, è vuoto, ma la sua sedia si sposta ancora, come accadeva quando si metteva a tavola. Safia, che sta sullo stesso pianerottolo, giura di sentire ancora la sua radio accesa. La cosa va avanti da tre anni nel palazzo grigio anni '60 al 100 avenue Gabriel Péri, nel quartiere delle Blagis a Fontenay-aux-Roses, banlieue a sud di Parigi. Il casermone di alloggi popolari è diventato meta di pellegrinaggio: giornalisti, fotografi, curiosi, chiromanti, perfino un esperto di fantasmi del museo di arti primitive del Quai Branly che ha detto la sua su questo edificio infestato.
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Case infestate dai fantasmi: la benlieue chiede aiuto a prete e imam
Un caso inedito negli annali delle costruzioni abitate da fantasmi, solitamente dimore in rovina, antichi manieri, castelli, ma mai un serpentone di case popolari.
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Intervento congiunto
Ai due religiosi è stato chiesto un intervento congiunto di esorcismo per cercare di rendere più vivibile il condominio, peraltro infestato anche da altri problemi relativi agli impianti elettrici, idraulici e generale cattiva manutenzione. Prete e imam hanno accettato la sfida e, ha fatto sapere il comune, interverranno non appena riusciranno a trovare un momento disponibile nelle loro rispettive agende. L'imam avrebbe anche già dato consigli personali ad alcuni condomini frequentatori della sua moschea. Philippe Charlier, un esperto consultato dal quotidiano Le Parisien che sui luoghi ha condotto diversi reportage, parla di «un'epidemia di credenze»: «non siamo di fronte a un fenomeno psichiatrico - ha detto - nessuna di queste persone è pazza. Penso che ci troviamo in un registro antropologico di amplificazione collettiva di una credenza». Gli inquilini del 100 non solo non si ritengono pazzi, ma hanno anche documentato con fotografie le luci che filtrano sotto le porte degli appartamenti disabitati o delle cantine. Ora nessuno dei residenti vuole più parlare: «abbiamo l'impressione che le cose siano peggiorate da quando si parla del nostro palazzo - ha detto una condomina che è però rimasta anonima - Forse tutta questa gente ha disturbato gli spiriti». Per l'assistente sociale che sta organizzando appuntamenti con tutti i residenti per trovare una soluzione a ognuno, i problemi che vengono fuori quando si discute a quattr'occhi non sono soltanto paranormali: quasi tutti evocano tra le ragioni che li porta a chiedere di traslocare, l'umidità e l'ascensore rotto ormai da mesi. Oltre ai fantasmi.